Giugliano in Campania, 17 dicembre 1980 – Filomena Morlando, 25 anni, insegnante elementare di professione, viene uccisa da un proiettile, perchè il boss Francesco Bidognetti si fece scudo del suo corpo durante un conflitto a fuoco con clan rivali, proprio sotto la sua abitazione. A sparare erano gli uomini della NCO di Raffaele Cutolo.
Mena, così la chiamavano tutti, era uscita di casa per recarsi in lavanderia per ritirare degli abiti. Invece, venne travolta dalla furia omicida dei clan della camorra che all’epoca si facevano la guerra per spartirsi la torta degli appalti per la ricostruzione delle zone terremotate.
Mena viene uccisa due volte, come spesso accade alle vittime innocenti delle mafie. A cominciare dai giornali dell’epoca, che liquidano l’episodio qualificandolo come omicidio di natura passionale.
Nel 2010, Giugliano, le è stata intitolata una strada, mentre l’anno successivo in via Monte Sion, luogo del decesso, le è stata dedicata una lapide commemorativa con l’iscrizione: « La mano sporca criminale, distruttiva e bestiale della camorra ha cancellato il tuo sorriso e i tuoi sogni strappando la tua giovane vita a chi ti amava. L’indifferenza umana e l’omertà ti hanno fatto precipitare nell’oscuro oblìo delle coscienze ma tu sei tornata a vivere nel segno della Giustizia. Ora sono tanti gli occhi per guardare, le orecchie per sentire, le voci per parlare. Ora che il tuo sorriso è diventato nostro e i tuoi sogni vivono in tutti noi la camorra non ha futuro. Per sempre nel ricordo della tua famiglia e chi ti porta nel cuore a Mena Morlando vittima innocente della camorra la famiglia e i ragazzi di “Contro le mafie” posero. »