Napoli Est, VI municipalità: la periferia geograficamente più estesa e densamente più popolata della Campania, separata dal cuore della città da pochi chilometri, eppure, più la camorra spara e più “il distacco” aumenta, soprattutto quello istituzionale.
Mentre l’amministrazione presenta il fitto elenco di eventi che allieteranno il Natale dei “soliti” napoletani, ovvero, quelli che abitano al centro storico e a Scampia, sul versante attualmente più caldo sul fronte camorristico, cala il sipario, come ha sottolineato anche lo scrittore Roberto Saviano, giunto a Napoli per presentare il suo ultimo libro.
«L’ultima stesa e nessuno ne parla. È la vittoria di de Magistris, che aveva scientemente, in questi anni, negato l’esistenza delle “paranza” e poi è stato costretto ad ammetterlo. Poi si è parlato della rivoluzione arancione, che ha avuto come risultato il fatto che non si parla di quello che accade. È esattamente quello che succedeva prima. Mi accuseranno per quello che sto dicendo di infangare di nuovo la città, mentre con le stese si continua a utilizzare questo metodo terroristico e spesso a sentire analisi su queste operazioni come “vabbè sono gang”, una criminalità marginale»: queste le parole che lo scrittore ha rivolto al sindaco di Napoli, poche ore dopo l’ultimo sussulto della camorra tra le strade della “dimenticata” periferia orientale.
In via Sorrento, nel Rione Villa, uno dei luoghi-simbolo della malavita di San Giovanni a Teduccio, sono stati esplosi dieci colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione di un pregiudicato.
Una telefonata anonima al centralino del commissariato Arenella ha avvertito la Polizia di Stato che qualcuno stava sparando contro la casa «del pregiudicato Sergio» presumibilmente appartenente alla famiglia Rinaldi, considerato dalle forze dell’ordine esponente di spicco del clan che si contrappone ai Mazzarella. Sul posto la Polizia ha effettivamente trovato dieci bossoli calibro 9×21; quattro i buchi nella parete della casa del pregiudicato che non era in casa, rotti anche i vetri di una veranda della vicina abitazione.
Un raid che matura due giorni dopo un’altra presunta stesa, annunciata da molte segnalazioni giunte alle forze dell’ordine che però non hanno rinvenuto bossoli, una volta arrivati sul posto.
Lo scenario che si delinea è quello di un’altra faida, l’ennesima che tiene in ostaggio le vite di migliaia di persone innocenti, costrette a vivere nella morsa della camorra.
Ad impensierire le forze dell’ordine, dunque, non è solo il clima di guerra che aleggia su Ponticelli, dove, in seguito all’arresto di 23 persone ritenute affiliate al clan De Micco è scoppiata una vera e propria guerra tra questi ultimi e i clan emergenti che stanno cercando di scalzare definitivamente “i Bodo” per scippargli il controllo delle attività illecite.
3 stese, un ordigno esploso in un circolo ricreativo, un giovane gambizzato: questo è quanto, fin qui, nell’arco degli ultimi 12 giorni, è avvenuto a Ponticelli.
Il clima non è di certo meno teso negli altri quartieri della VI Municipalità, così come conferma “la stesa” avvenuta a San Giovanni a Teduccio.
Nuove scintille tra i Rinaldi e i Mazzarella: questa l’ipotesi più accreditata dagli inquirenti che indagano sulla vicenda e che confermerebbe l’insorgenza di nuove tensioni tra due famiglie storicamente rivali. L’ennesima disputa per contendersi una fetta di territorio che da sempre fa gola alla camorra e che non comprende solo il quartiere San Giovanni, ma anche la zona delle Case Nuove e il quartiere Mercato.
I Rinaldi starebbero fornendo appoggio anche ai clan di Ponticelli impegnati nella guerra contro i De Micco, ipotizzando una notevole espansione nel caso in cui riuscissero a trionfare su entrambi i fronti, forti di innumerevoli alleanze con “quello che resta” di diversi clan del vesuviano in declino.
“L’unione fa la forza”: questa la carta che si sta giocando il clan Rinaldi di San Giovanni a Teduccio, in pratica.
Un clima che introduce un Natale particolarmente teso e molto poco sentito tra gli abitanti della periferia orientale di Napoli: la gente lamenta una forte paura, legittimata da una realtà effettivamente allarmante.
Paura di uscire di casa per andare a fare la spesa o per accompagnare i bambini al catechismo quando fa buio, paura perfino di affacciarsi al balcone per stendere i panni. La sera scatta il coprifuoco, soprattutto nei rioni popolari dove la presenza della camorra si fa sentire per tutta la notte.
Intensificata la presenza di forze dell’ordine, soprattutto degli uomini in borghese, lungo le strade più battute dagli interpreti della malavita della periferia orientale di Napoli, ma ciò non basta ad allentare la tensione che si respira, capace di incupire perfino i bagliori del Natale.