Venerdì 8 dicembre, alle ore 20,30, nella cornice del teatro “Italia” di Acerra si svolgerà l’atteso evento dal titolo “…da Napoli a Tunisi…un ponte per l’Africa. Arte, musica e poesia nel Mediterraneo”.
La manifestazione, a cui parteciperanno influenti personalità istituzionali tunisine, fra tutti il console e l’ambasciatore, è organizzata dall’associazione Parthenope Onlus del presidente Vincenzo De Maria in collaborazione con il Consolato di Tunisia a Napoli e sponsorizzata dalla IT WASH, dinamica e solida azienda italiana operante nel campo del lavaggio e recente acquisitrice dello storico brand Sangiorgio.
Lo scopo della kermesse è quello di far risaltare e rinsaldare quel profondo legame che unisce queste due culture mediterranee, quella napoletana e quella tunisina, attraverso l’espressione delle arti figurative. Due mondi in cui si collocano un insieme di valori e tradizioni che a prima vista potrebbero apparire dissimili fra di loro ma che, in realtà, toccano un variegato universo di punti in comune come lo spirito di fratellanza, il rafforzamento dell’ integrazione, l’amore, l’espressività e la creatività delle arti in generale. A miscelare questi due culture ci penserà la poliedrica artista M’Barka Ben Taleb e la sua orchestra composta da Arcangelo Michele Caso, Raffaele Vitiello e Gianluca Mercurio.
L’artista tunisina si esibirà in un concerto in cui proporrà brani classici della canzone napoletana arrangiati con sonorità nord-africane e ricantati in arabo. Ad accompagnare M’Barka ci sarà il sassofonista Peppe Renella e letture di Vincenzo De Maria che ne cura anche la direzione e la regia dell’evento. Nel foyer del teatro sarà allestita una mostra fotografica sul tema della Tunisia curata da Gigino Nostrale e un’esposizione di oggetti del paese arabo. Il forte legame tra Napoli e Tunisia è stato suggellato anche da recenti accordi commerciali con l’acquisizione da parte della Sideralba Spa, industria siderurgica di livello internazionale collocata nella zona Industriale di Acerra e facente capo al gruppo Rapullino, guidata dai fratelli Tommaso e Luigi Rapullino, della Tunisacier S.A. già appartenente al gruppo Ilva. Lo stabilimento a regime produrrà 300.000 tonnellate di acciaio all’anno ed occuperà 400 persone.
La Sideralba Spa potrebbe non rappresentare un caso isolato. Molte industrie italiane stanno fiutando il mercato arabo come nuova frontiera per investimenti per esportare il proprio Made in Italy. Il disteso clima di integrazione socio-culturale unita ad una pressione fiscale molto favorevole sono alcuni fattori che stanno spingendo aziende leader nel nostro Paese a mettere radici nel territorio tunisino.