Casalnuovo di Napoli, 1 dicembre 2008 – Raffaele Manna, 64 anni, commerciante di prodotti agricoli e mangimi di Casalnuovo, intorno alle 19.30 subisce una rapina da parte di quattro persone e reagisce colpendo uno dei ladri con un bastone di legno. Uno dei rapinatori risponde a sua volta sparando quattro colpi che uccidono Manna.
I rapinatori erano in quattro, avevano tutti i cappellini di lana calati fin sulla fronte e sciarpe a coprire il viso. Nonostante fossero irriconoscibili, però, ai testimoni sono sembrati tutti molto giovani. Hanno raggiunto con due scooter la strada in cui si trova il negozio di Manna, una via che collega Casalnuovo con la vicina Volla, poco trafficata e quindi ideale per la fuga. Una volta davanti al locale, due sono entrati impugnando le pistole, mentre i loro complici sono rimasti ad aspettarli in sella agli scooter, pronti a ripartire a tutto gas. Nel negozio, oltre al titolare, c’erano suo figlio e un paio di clienti. Raffaele Manna vendeva mangimi per animali, fertilizzanti chimici e altri prodotti per l’agricoltura, e in tutta la giornata non aveva incassato più di duecento euro. I malviventi hanno svuotato la cassa e si sono avviati verso l’uscita. Il primo era ormai già fuori quando il commerciante, approfittando del fatto che l’altro rapinatore si era attardato ed era ancora a pochi centimetri dal bancone, ha afferrato un attrezzo che aveva a portata di mano — pare si trattasse di un arnese agricolo piuttosto pesante — e ha cominciato a colpirlo. In soccorso del bandito è però arrivato il complice, che è tornato indietro e ha sparato ripetutamente contro Manna. Quattro i bossoli ritrovati dai carabinieri, tutti calibro 7,65.
Colpito alla testa, l’uomo si è accasciato e il rapinatore ha potuto così liberarsi e raggiungere i complici con i quali si è dato alla fuga. Il commerciante è stato soccorso prima dal figlio e dagli altri clienti presenti nel negozio e poi da un’équipe del 118. Respirava ancora quando è arrivata l’ambulanza ed è riuscito a resistere fino all’arrivo all’ospedale, dove è morto mentre i medici stavano per sottoporlo a un intervento chirurgico apparso però immediatamente disperato. Nella fuga una delle due moto è sbandata ed è quasi andata a schiantarsi contro un’auto che arrivava in senso opposto. Il conducente è riuscito però a evitare l’impatto e a riprendere il controllo dello scooter.
Dal numero di targa di uno dei due motorini utilizzati dai rapinatori, gli investigatori risalgono a Gennaro Apollo, 29enne pregiudicato fermato dai carabinieri. Poco dopo la sanguinosa rapina, un motorino con due giovani in sella si era scontrato con un’auto allontanandosi subito a forte velocità. Il conducente della vettura aveva annotato il numero di targa, che appartiene a uno scooter non risultato rubato, segnalandolo alle forze dell’ordine. Gli inquirenti hanno intuito che il motorino coinvolto nell’incidente – avvenuto a poca distanza dal luogo della rapina – era guidato proprio dagli autori del colpo nel negozio di Manna.
Le indagini dei carabinieri, alle quali hanno collaborato anche gli investigatori del commissariato di polizia di Ponticelli, diretti dal vicequestore Luciano Nigro, si sono concentrate pertanto su Gennaro Apollo, che abita nel quartiere alla periferia orientale di Napoli. Il giovane, secondo quanto emerso dagli accertamenti, aveva in uso lo scooter anche se non ne era il proprietario. Non sarebbe lui tuttavia il rapinatore che ha esploso i colpi di pistola all’indirizzo del commerciante uccidendolo. Apollo ha precedenti per truffa ed ha una parentela con persone appartenenti a una famiglia che a ponticelli è sinonimo di camorra: Sarno.
Diego Solla, di 19 anni, e Antonio Caiazzo, di 30 anni, sono subito arrestati, interrogati e trasferiti al carcere di Poggioreale.
Ai due, entrambi napoletani, si aggiungono Gennaro Apollo, legato al clan camorristico dei Sarno, e Massimo Varlese, arrestato successivamente.
Gennaro Apollo e Massimo Varlese sono condannati all’ergastolo, Diego Solla e Antonio Caiazzo a venti anni di carcere.