Studenti in sommossa per quanto accaduto nei giorni scorsi nel napoletano. Nella fattispecie, una studentessa del liceo classico Q.Orazio Flacco di Portici è stata sospesa per aver pubblicato su Facebook un post critico e polemico nei confronti della dirigenza dell’istituto, in relazione alla partecipazione della scuola alla cerimonia conclusiva di premiazione del TES Schools Awards 2017 a Tallin, in Estonia.
Questo il post pubblicat dalla studentessa sul suo profilo facebook finito nell’occhio del ciclone: “Amore per i vostri ragazzi? Senso di appartenenza? Davvero credete che le cose vadano così in questa scuola? Presentare il Flacco in un contesto felice sui social media non lo renderà tale! Posso provare solo vergogna e disprezzo verso chi scrive una cosa del genere senza prendere minimamente in considerazione la vera realtà di questa scuola, che ormai, per come è diventata e gestita, può solo farci mettere le mani nei capelli a tutti noi studenti. Siete dei falsi! Mai sentito alcun alunno del Flacco dire di essere felice nel contesto scolastico. E guardate che se questa scuola ha avuto fama per i propri successi – conclude la ragazza – è solo ed esclusivamente grazie a noi studenti e ai pochi dei professori che si salvano nell’istituto”.
Non si è fatta attendere la replica degli altri studenti che in seguito ad un’assemblea hanno deciso di mostrare solidarietà alla loro compagna disertando le lezioni scolastiche in forma di protesta.
Gli studenti chiedono alla preside una riduzione della sanzione disciplinare.
L’Unione Studenti Campania ha sposato la causa degli studenti del liceo porticese e ha espresso piena solidarietà a Claudia, la studentessa sospesa dopo aver pubblicato un post su Facebook.
Questo il messaggio diramato dagli studenti campani: “Noi scegliamo di stare dalla parte di Claudia, perché il suo atto di coraggio e di verità deve essere un esempio per tutta la popolazione studentesca che troppo spesso subisce in silenzio gli abusi di potere dei dirigenti, che applicano a proprio piacimento le leggi, stravolgendo approvando arbitrariamente Regolamenti di Istituto repressivi, non rispettando e non informando gli studenti dei diritti sanciti dallo “Statuto dei diritti delle Studentesse e degli Studenti”, dal Testo Unico, dal DPR 567/96 e dalle altre leggi conquistate con il sangue, l’impegno e l’allegra ribellione di studenti prima di noi.
Scegliamo di stare dalla parte di Claudia perché le sue parole aprono uno squarcio nel contesto della “Buona Scuola”: tra falsi premi e finti riconoscimenti, si nasconde soltanto una retorica classista della competizione e della meritocrazia, funzionale a mettere tutti contro tutti, a creare la guerra tra poveri, escludere e allontanare i più deboli. Si nasconde una scuola che ogni giorno tenta di escluderci, e lo fa tramite i voti, i voti in condotta, il limite delle 50 assenze, le sanzioni disciplinari, l’autoritarismo dei docenti, le manie di potenza dei Dirigenti Scolastici, l’inesistenza di diritti effettivi per gli studenti.
Noi a tutto questo ci opponiamo: accusiamo il Ministero, l’Ufficio Scolastico Regionale, la Dirigenza. Faremo di ogni scuola una scuola ribelle fino all’abrogazione della Buona Scuola, e apriremo una fase costituente per creare dal basso una scuola in grado di essere una comunità educante, fondata sulla partecipazione e la democrazia, in grado di autogovernarsi, di rispondere ai bisogni e alle aspirazioni degli studenti. Una scuola al centro del territorio, aperta, in grado di promuovere un diverso modello di cultura, di socialità, di produzione, non basato sullo sfruttamento, sulla sopraffazione, sulla prevaricazione.
Non vogliamo una scuola in cui si impara a sopravvivere disimparando a vivere”.