Venerdì 24 novembre, nel mondo, in Italia e anche a Ponticelli è il giorno del “Black Friday” e, pertanto, centri commerciali e negozi sono presi d’assalto da consumatori a caccia di acquisti convenienti.
Corso Ponticelli è una delle arterie principali del quartiere, abituata ad accogliere tutti i giorni auto parcheggiate in doppia fila e varie ed imprevedibili stramberie che ostruiscono il transito dei veicoli, costeggiata da moltissimi negozi, ragion per cui, i clienti si sentono autorizzati a parcheggiare l’auto dove capita e come gli pare, pur di non perdere tempo per cercare un parcheggio.
Sono da poco trascorse le 16.30 e la situazione è la seguente: uno scooter parcheggiato sul marciapiede, auto parcheggiate in seconda fila e alcune non sono allineate alla carreggiata.
Secondo una recente sentenza della Cassazione parcheggiare l’auto in seconda fila o in qualsiasi altro modo da ostruire, deliberatamente, il passaggio a terzi soggetti integra un reato. Si parla, in questi casi di “violenza privata”, illecito penale che scatta ogni qualvolta si privi coattivamente una persona della propria libertà di azione, costringendola a fare o non fare qualcosa contro la propria volontà.
Non solo una violazione del codice della strada, dunque, ma anche una condotta penalmente perseguibile, basta pensare al dolo che le auto parcheggiate in maniera impropria potrebbero arrecare in situazioni di emergenza, ostruendo la fuga e impedendo ai vigili del fuoco e all’ambulanza di transitare rapidamente lungo la strada.
Un passante immortala un momento storico: il transito di una pattuglia della polizia municipale, così come si evince dal lampeggiante blu.
A fatica, anche la pattuglia dei vigili, si districa in quella serpentina di auto parcheggiate a casaccio, ma l’intenzione di sanzionare le plurime infrazioni rilevate lungo il percorso, non viene nemmeno accennata.
Il punto saliente della questione è immortalato in questa foto: i ponticellesi incapaci di vivere nel rispetto della legalità continuano a trasformare il quartiere in una vera e propria giungla urbana, sotto lo sguardo complice e impassibile di chi ha il potere di intervenire, ma preferisce guardare altrove e proseguire dritto per la sua strada.