Ha destato indignazione e scalpore la vicenda di Tiziana, la 40enne tossicodipendente e senzatetto, vittima di violenze e sevizie protratte da parte di una baby gang dei Quartieri Spagnoli di Napoli.
Teatro dell’accaduto la Galleria Principe Umberto I, uno dei principali luoghi di ritrovo per i senzatetto napoletani che, sia d’estate che d’inverno, si accampano lì per trascorrere la notte.
La baby gang ha preso di mira il giaciglio che la donna si allestisce di notte, ma soprattutto lei, adulta all’anagrafe, ma esile di costituzione e debilitata dalle circostanze della vita e quindi incapace di contrastare la furia violenta che quel gruppo di ragazzini ha riversato su di lei per diversi mesi.
Una volta la donna, che è di corporatura minuta, è stata sollevata di peso dal branco e gettata nella vicina fontana di piazza Trieste e Trento.
Con il volto gonfio dalle ultime percosse ricevute, Tiziana ha chiesto aiuto ai commercianti della Galleria Umberto che la conoscono bene e ai passanti, tra i quali una giornalista dell’ANSA che ha raccontato la vicenda e ha riportato la testimonianza della donna: “I ragazzini arrivano la notte dai Quartieri Spagnoli, mi riempiono di botte, a volte mi urinano e perfino defecano addosso”.
E ha aggiunto: “Portatemi via da qui, in qualunque posto”.
Una storia che ha indignato e non poco l’opinione pubblica, ma che non ha affatto sorpreso i clochard napoletani. Molti mostrano paura, aggressività e reticenza nel vedersi interpellati in merito alla vicenda, altri, invece, hanno riconosciuto nelle parole della donna, il dramma che sono costretti a vivere: “italiani, stranieri, uomini, donne, giovani, vecchi, per quei gruppi di ragazzi che voi chiamate “baby gang” siamo tutti poveracci e per questo si sentono autorizzati a farci quello che vogliono. – spiega Pasquale, senzatetto napoletano, ex architetto finito in rovina per assecondare il vizio del gioco d’azzardo, che da circa 18 anni trascorre le sue notti tra la Galleria Umberto I e la Galleria Principe di Napoli e di episodi di analoga violenza ne ha visti e ne ha vissuti anche sulla sua pelle – Durante le festività natalizie, ci lanciano dei piccoli botti accesi addosso mentre dormiamo e nella migliore delle ipotesi, ci svegliamo di colpo per la paura. Insulti, furti, episodi di violenza, siamo abituati a tutto e ne abbiamo subite davvero di tutti i colori. Purtroppo, questi ragazzini non possiedono l’educazione nè la cultura nè la sensibilità necessarie per comprendere le tante difficoltà che un “barbone”, come ci chiamano loro, deve affrontare ogni giorno. Il freddo, la fame, la paura di morire mentre dormi, il desiderio di fare i tuoi bisogni in un bagno e di farti una doccia, l’impossibilità di indossare degli abiti nuovi, profumati e puliti. La solitudine, l’emarginazione, la discriminazione, l’indifferenza, l’odio della gente che ti guarda con occhi schivi perchè gli ricordi quello che rischi di diventare se le cose ti vanno male. Io per primo faccio mea culpa, perchè quando ero un professionista affermato e conducevo una vita agiata, guardavo con indifferenza e distacco i senzatetto che incontravo per strada. Mai avrei pensato di finire così. Non è facile accettare di finire a vivere per strada. Lo è ancora di più provare a spiegare cosa significhi. Per quei ragazzi siamo solo un divertimento, uno svago, un passatempo. La legge non ci tutela, quando finisci a vivere per strada smetti di sentirti un uomo e perdi tutti i diritti. E’ una prerogativa dei bulli accanirsi sui più deboli e noi siamo l’anello più debole della società.
Quello che Tiziana è stata costretta a subire è orribile, inaccettabile, vergognoso per il genere umano. L’indignazione che ha suscitato questa storia, però, non servirà a cambiare le cose e a migliorare la nostra posizione. Non diminuiranno gli episodi di violenza e di discriminazione nei confronti dei senzatetto nè verso le donne, in generale. Purtroppo.”
Sta per arrivare un altro freddissimo inverno: “Già… Ringrazio a nome di tutte le persone che vivono nella mia stessa condizione tutti coloro che ci doneranno cibo, abiti, coperte e tutto quello che occorre per superare un altro rigido inverno, ma sarebbe altrettanto importante metterci in condizione di tutelarci sotto ogni aspetto per permetterci di “sopravvivere” nel senso più autentico del termine, perchè se c’è una verità che emerge dalla storia di Tiziana è proprio questa: ogni giorno, ogni notte, per vedere la luce di un nuovo giorno, siamo costretti a lottare contro ogni genere di insidie per sopravvivere.”
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