8 novembre 1989, Milazzo – Anna Cambria, 16enne studentessa dell’istituto tecnico commerciale Leonardo Da Vinci, viene uccisa all’uscita di un bar del centro cittadino, perché sul suo cammino incontra inconsapevolmente un proiettile partito dall’arma impugnata da un mafioso e diretto verso un altro mafioso, nell’ambito di un regolamento di conti.
E’ stata uccisa così, Anna, all’età di 16 anni. All’uscita del bar, mentre portava un cioccolatino al suo ragazzo. Vittima innocente dei killer di un pregiudicato di 29 anni, Francesco Alioto. Non hanno rinunciato alla loro missione omicida neppure quando la giovane è entrata nel loro mirino. Il duplice assassinio è avvenuto di sera, nella piazza centrale di Milazzo, davanti al bar nel quale Anna era entrata per comprare alcuni dolci. E’ morta stringendoli nel pugno, trafitta dai proiettili di rivoltella, accanto alla cabina telefonica dove ha tentato inutilmente di cercare riparo. A pochi metri, il corpo del vero obbiettivo dei sicari, Francesco Alioto, un pregiudicato con precedenti per spaccio di stupefacenti, che pare fosse nuovamente implicato in un traffico di droga. Il giovane ha tentato la fuga a piedi, cercando di ripararsi nel bar, ma è stato ucciso prima che vi potesse entrare.
L’auto utilizzata dai killer, una Regata trovata successivamente bruciata e annerita dalle fiamme poco lontano dalla città, era stata rubata a Catania. Secondo alcuni testimoni, Alioto era nella sua macchina assieme a qualcuno prima di essere ucciso. E’ stato visto uscirne frettolosamente e fuggire verso il bar. In due gli hanno sparato, uno forse dall’interno della stessa auto della vittima, l’altro dall’angolo opposto della strada. E’ stato proprio in quel momento che Anna Cambria è uscita dal bar con i dolci tra le mani. Ha fatto pochi passi, ha incrociato Alioto proprio mentre il killer sparava dall’auto. Sono stramazzati a terra contemporaneamente.
Alta, capelli e occhi castani, riservata e schiva, ma sempre pronta a partecipare alla vita di classe: così la descrissero i suoi compagni di scuola che, all’indomani di quell’agguato, ricordarono la giovane vittima innocente della criminalità che frequentava la classe II D, riuniti nell’Aula Maga dell’istituto.
Il papà di Anna, un camionista, qualche settimana aveva acconsentito al fidanzamento ufficiale della «sua bambina» con il ragazzo di cui era da tempo innamorata.