7 novembre 1980, Ottaviano – Domenico Beneventano, detto “Mimmo”, è un consigliere comunale del Partito comunista a Ottaviano, ucciso dal clan di Raffaele Cutolo.
Mimmo non si era piegato alla volontà criminale dei clan che volevano cementificare un territorio tra i più belli dell’intera Campania. È stato vittima della violenza camorristica in una stagione di morte e di terrore che la Nuova Camorra Organizzata aveva avviato da qualche anno contro tutti coloro che non si asservivano al volere e al potere del capo indiscusso, Raffaele Cutolo.
Mimmo, quando è stato ammazzato, aveva 32 anni. Faceva il medico di base a Ottaviano e il chirurgo presso l’ospedale San Gennaro di Napoli. In paese era conosciuto da tutti e veniva definito il «medico buono» con la passione per la poesia e per la musica. Fin da ragazzo, Mimmo si è schierato e si è battuto accanto ai più deboli. I suoi ideali, il suo lavoro, lo spinsero a trasformare la sua vita in una vera e propria missione, finalizzata ad aiutare gli altri. La sua casa, come il suo studio medico, erano sempre aperti. Giorno e notte, sempre pronto a intervenire, rispondeva ad ogni chiamata, Mimmo. La sua disponibilità era il suo biglietto da visita, unitamente a quell’umanità e a quell’anima generosa che lo facevano apparire come una persona degna di stima ed ammirazione, agli occhi dei suoi conterranei. Da ragazzo frequentava la parrocchia. Poi arriva anche l’impegno politico. Si iscrive al Pci e diventa consigliere comunale del Partito comunista italiano per la prima volta nel maggio del 1975. Verrà confermato anche nelle elezioni del giugno del 1980. La politica per Mimmo è il prolungamento del suo impegno civile accanto alle persone che hanno bisogno più di altri: i poveri. Le sue battaglie in consiglio comunale erano incentrate sulla difesa del territorio.
Al centro del suo impegno politico la lotta alla camorra e alle sue infiltrazioni nelle amministrazioni locali, negli anni in cui Ottaviano è il feudo indiscusso di Raffaele Cutolo e della sua NCO.
Le sue denunce e la sua intransigenza ne fanno un personaggio scomodo, così la mattina del 7 novembre 1980 viene ucciso in un agguato camorristico.
Quel giorno, alle prime ore del mattino, venne freddato a pochi passi dalla sua auto, una Simca 1000. Nel momento in cui uscì dall’abitazione che condivideva con i genitori, diventò nel giro di una manciata di secondi bersaglio dei colpi d’arma da fuoco dei killer e la madre, che lo guardava come ogni giorno dalla finestra, assistette alla scena senza poter far nulla per salvare il figlio.
Quando si diffuse la notizia del suo omicidio, furono in tanti a dimostrare il proprio cordoglio per la morte del medico dei poveri, come Mimmo Beneventano veniva chiamato. Il suo corpo è sepolto a Sasso di Castalda.
Quello che resta di Mimmo, della sua storia e del suo impegno, oggi, ad Ottaviano sono una strada che e la scuola elementare di via Lucci che portano il suo nome.