5 novembre 1986, Licola (Napoli) – Mario Ferrillo era un impresario teatrale e aveva 41 anni quando, quel giorno venne ucciso in un negozio di parrucchiere, dove aveva accompagnato sua moglie, perché fu scambiato per un’altra persona anche se le prime notizie parlavano di una vendetta della camorra rispetto al rifiuto dell’impresario di pagare tangenti per le feste di piazza che organizzava.
In realtà, quel giorno, i sicari cercavano Gennaro Troise, detto “la Tromba”, la somiglianza tra il reale obiettivo dell’agguato e Mario era impressionante. Perfino la moglie, quando i carabinieri di Pozzuoli le mostrarono la foto di Gennaro Troise, lo scambiò per suo marito Mario.
Troise fu ammazzato circa un mese dopo l’agguato a Mario.
Una somiglianza “eccessiva” che Mario ha pagato con la vita, nel momento in cui la sua vita era in ascesa, sotto ogni aspetto. Dal punto di vista professionale andava tutto bene e Mario, nel tempo libero, si godeva la famiglia, composta dalla moglie, Maria Rosaria Trinchillo, e dai loro quattro figli.
Mario, era originario di un paese poco distante, Calvizzano, i killer glielo chiesero, mentre Mario era all’interno di un salone di parrucchiere, se fosse lui. Ma l’impresario non fece in tempo a rispondere che i sicari gli esplosero contro otto colpi di pistola. dopo i quali gli assassini scapparono mentre la vittima restò a terra. Dal punto di vista giudiziario
Esecutori materiali e mandanti dell’omicidio di Mario Ferrillo non sono mai stati identificati. Anche questa morte, come quella di molte vittime innocenti, non ha avuto giustizia.