Questa mattina, 14 ottobre 2017, si è svolta a Napoli la conferenza stampa e preview della nuova e attesa mostra della Fondazione Plart: “Cosmogonie”, prima mostra personale dell’architetto Mario Coppola, a cura di Angela Tecce, Direttore della Fondazione Real Sito di Carditello, visitabile fino al 22 dicembre 2017. L’esposizione è stata presentata e inaugurata in occasione della Tredicesima Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI – Associazione dei Musei d’arte contemporanea italiani con la partecipazione dell’artista e della curatrice, introdotti da Maria Pia Incutti Presidente della Fondazione Plart, il filosofo Leonardo Caffo e la storica dell’arte Brunella Velardi.
L’incontro si è svolto a partire dalle ore 11 fra le armoniose figure realizzate dall’artista, maestose sculture progettate appositamente per l’occasione in fluida continuità con le volte e gli spazi della Fondazione Plart. La mostra, infatti, è stata concepita intorno all’opera Dafne, monumentale installazione site-specific che, come le altre opere di Coppola, emergono dalle pareti o dal pavimento alla conquista dello spazio e viceversa, figurando come luogo in cui prende forma l’inestricabile intreccio tra uomo, natura e macchina.
A salutare i giornalisti intervenuti è stata innanzitutto la “padrona di casa” Maria Pia Incutti, che ha introdotto i temi della filosofia artistica di Mario Coppola, “quale autore perfettamente in linea con gli obiettivi della Fondazione Plart, il cui scopo – ricorda la Presidente – è sin da sempre quello di promuovere la storia e la cultura dei materiali polimerici, sostenendo la conservazione, lo studio, la comunicazione dell’arte e del design della plastica”. Con i lavori di Mario Coppola, infatti, il Plart ci avvicina ancora una volta al mondo delle plastiche d’autore, per mostrarci come le dimensioni dello spazio, del corpo e dell’esperienza ricostruiscono un universo multiforme che diviene manifesto del nostro tempo. Come ha osservato la curatrice della mostra Angela Tecce, “di fronte alle opere della mostra, presentate per la prima volta al Museo Plart, ravvisiamo uno spostamento di prospettiva rispetto ai canoni consueti, che ci rimanda alla storia dell’arte e al suo futuro”. Frutto di una sensibilità colma di reminiscenze dell’arte antica e moderna, da Bernini a Moore, da Michelangelo a Boccioni, i lavori di Coppola, spiega la curatrice, “prendono vita da una serratissima metodologia di utilizzo della stampante 3D e della scansione della fotografia, in cui l’artista unisce suggestioni momentanee e memorie della sua vita con urgenze espressive e scelte linguistiche da adottare”.
La sua volontà plastica emerge fin dagli anni dell’infanzia, quando attraverso il gioco esprime il desiderio di plasmare figure immaginarie, dotate di capacità e tecnologie futuristiche. Un discorso approfondito dalla storica dell’arte Brunella Velardi, che ha illustrato la “visione del mondo dell’artista, a partire da quella della mostra”, dove si ravvisano i temi dell’”origine, della creazione e della maternità”. Parlando dei suoi lavori, infatti, Mario Coppola ha raccontato “il tentativo di inventare un’ontologia della simbiosi, un pensiero capace di accogliere ogni diversità, ogni ibridazione, ogni confinamento, superando il bisogno maschile di prevaricare, di scindere e di distruggere”. In questo senso, spiega l’artista, “in ciascuna opera non cerco tanto una forma ideale ma le relazioni e le commistioni che suggerisce”.
Nella solida strutturazione teorica di queste premesse si rintraccia la genesi delle opere in mostra – Apollo e Dafne reloaded, Intreccio, Palpebra, Colonnorgano, Nodi, increspatura – realizzate in PLA (acido polilattico), una bioplastica interamente ricavata dall’amido vegetale, biodegradabile ed ecologica, stampate in 3d con tecnologia FDM (modellazione a deposizione fusa). Come ha suggestivamente osservato il filosofo Leonardo Caffo, siamo di fronte al “sogno di poter estrarre un senso dalle cose, di fare architettura o arte a partire da dei semplici materiali, la speranza di poter trasformare oggetti naturali in oggetti artefattuali verso un interior design continuo in cui lo spazio da arredare è la metafisica stessa”. Quest’aspetto volutamente polivalente e ibrido con l’ambiente, si unisce a una sperimentazione inedita e incessante che, partendo dall’interesse per la poetica organica e vitalista, trova la sua espressione formale attraverso le più recenti tecnologie digitali, dalla modellazione virtuale alla stampa 3d.
La conferenza stampa è stata coronata da un’esclusiva visita guidata della mostra, dove i presenti, tra giornalisti, intenditori e appassionati d’arte, sono stati accompagnati dall’artista attraverso l’armoniosa bellezza delle opere esposte.