Sgominata una rete di pedofili che si scambiava materiale pedopornografico su internet, utilizzando il servizio di instant messagging criptato di una nota ed utilizzatissima applicazione, ritenuto riservato e sicuro. 10 persone arrestate, 47 perquisizioni eseguite e ingente materiale pedopornografico sequestrato: questo è quanto scaturito dall’operazione ’Black Shadow’ condotta dalla polizia postale di Bolzano. Tra le persone coinvolte anche un magistrato della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Gaetano Maria Amato, di 58 anni, già arrestato lo scorso 2 ottobre.
In seguito all’arresto di un 38enne altoatesino, avvenuto il primo febbraio del 2016, trovato in possesso di 4 Terabyte di materiale digitale (tra foto e video) contenente esibizioni pornografiche di minorenni, gli inquirenti hanno avviato le indagini che hanno permesso di far luce sulla rete di pedofilia che consentiva lo scambio di materiale in tutta Italia. Le dichiarazioni rese dall’arrestato, che affermava essere materiale scaricato dalla navigazione internet, e quindi ceduto da soggetti dei quali non era in grado di indicare generalità od ulteriori elementi utili alla loro identificazione, hanno insospettito gli investigatori informatici della polizia delle Comunicazioni i quali hanno individuato tra le prove digitali del computer in sequestro un abnorme utilizzo dell’applicazione Voip ed una impressionante rubrica composta da numerose decine di contatti.
Sono riusciti quindi, attraverso l’utilizzo di particolari software, a ricostruire a posteriori un’enorme quantità di conversazioni dalle quali emergeva la morbosità degli interlocutori nei confronti di pratiche sessuali con minorenni. L’uomo risulta essere il fulcro di una rete con oltre un centinaio di contatti con i quali lo stesso, a volte presentandosi come madre di una bambina minorenne, affermava essere attratto sessualmente da bambini in tenera età e offrendo, agli interlocutori di volta in volta succedutisi nelle comunicazioni, materiale pedopornografico.
I target coinvolti nel traffico della produzione e cessione di materiale illecito hanno accordi ben stabiliti, patti di segretezza da mantenere e l’obbligo di fare uso dell’instant messaging per la condivisione delle foto proibite di minori al fine di rimanere anonimi e quindi restare impuniti.
L’indagine prende quindi dimensioni rilevanti in quanto i soggetti con i quali lo stesso intrattiene rapporti telematici sono dislocati su tutto il territorio italiano. Gli investigatori riescono a tirare le fila su ben 48 sodali le cui attività di produzione e condivisione di materiale illecito prendono il via dalle regioni del Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna.