Lo scorso martedì, 3 ottobre, l’Ospedale del Mare di Ponticelli, ha accolto un decesso maturato in circostanze da chiarire: un dentista di 50 anni è morto per effetto di una pancretatite acuta necrotica emorragica ed è andato in arresto cardiaco mentre era sottoposto a Tac addominale.
La moglie e la famiglia dell’uomo hanno denunciato l’accaduto per presunti ritardi e disorganizzazione della struttura, e la magistratura ha aperto un’inchiesta.
Ernesto Grasso, primario facente funzioni del reparto di Medicina in cui il 50enne è stato ricoverato, prova a spiegare quanto successo: “Mi assumo la piena responsabilità di quanto è stato fatto per assistere il paziente. Quando è arrivato aveva dolore addominale, ma era in stabilità emodinamica, senza febbre e con parametri clinici nella norma. Io stesso vidi l’ecografia fatta al San Giovanni Bosco ed era presumibile che ci fosse una pancreatite biliare, ma non c’erano al momento complicazioni. Mi sono attenuto alle linee guida e prescrissi un’ecografia da effettuare entro le 48 ore. Poi, alle 23 il quadro si è aggravato e la situazione è precipitata. Purtroppo quando ha fatto la Tac ha avuto un arresto, ma è stato subito intubato e trasferito in Rianimazione”.
L’Ospedale del Mare è incompleto. Il Nosocomio di Ponticelli non è ancora completamente funzionante. Gli anestesisti sono pochi, solo 4 dei 16 posti disponibili per la Rianimazione sono attivi e 90 dei 400 letti previsti. Gli anestesisti sono pochi e la Rianimazione ha attivato solo 4 dei 16 posti previsti, mentre la Radiologia è a corto di specilisti, perchè sono in scadenza i bandi degli avvisi pubblici: andrebbero fatti i concorsi che le altre Asl hanno già espletato. Pochissimi, inoltre, gli operatori socio-sanitari e insufficienti gli infermieri per aprire nuovi reparti. Pure le apparecchiature sono carenti. La Gastroenterologia ha 10 posti letto sulla carta, ma c’è solo il primario. E così pure l’Oncologia.
E, come emerso da questa triste vicenda, manca il percorso di accettazione: nonostante quel paziente fosse atteso, perché il trasferimento era stato concordato con l’equipe dell’Ospedale San Giovanni Bosco, ma non è stato subito indirizzato verso il reparto destinato ad accoglierlo, ma ha vagato per mezz’ora alla ricerca di un ascensore e del reparto.
Una vicenda che punta i riflettori su due spinose questioni correlate alla sanità campana: le difficoltà che l’Ospedale del Mare continua ad osteggiare per entrare in funzione a pieno ritmo e regime e i numerosi casi di malasanità che continuano a susseguirsi.
Avviata un’inchiesta da parte della magistratura, ma anche un’indagine interna, da parte della direzione della Asl Napoli 1. Entrambe volute per fare luce sulle circostanze della morte di Maurizio, odontoiatra napoletano di 50 anni deceduto nella rianimazione dell’Ospedale del Mare nella tarda mattinata di martedì 3 ottobre. L’aggravarsi di una pancreatite acuta diagnosticata in prima battuta al San Giovanni Bosco, dove il professionista era giunto lunedì notte tramite il 118, la causa ufficiale del decesso.
Sposato da 13 anni con Daniela, una donna ancora incredula per quanto accaduto e che si sta abbatendo con tutte le forze per assicurarsi che venga fatta chiarezza intorno alle circostazne in cui è maturata la morte del marito. I due, genitori di un bambino di 7 anni, al quale Daniela dovrà spiegare com’è possibile che il suo papà sia morto per un mal di pancia.
Un calvario durato circa 20 ore, terminato con una telefonata in piena notte in cui l’hanno avvisata che la situazione era precipitata fino alla sopraggiunta morte del marito, deceduto in seguito ad un arresto cardiaco improvviso, mentre stavano effettuando una Tac.
Le cartelle cliniche sono state sequestrate e la salma è stata trasportata al Policlinico per l’autopsia.
Sono state ascoltate più persone, oltre ai familiari del 50enne, anche il personale ospedaliero, è caccia al punto in cui è insorto il “black out” che ha portato al decesso dell’odontoiatra, per stabilire cosa non ha funzionato, se sono stati rispettati i protocolli, se c’è stato un errore medico o se il quadro clinico era talmente compromesso da non poter lasciare scampo al paziente.
Il legale della famiglia ha richiesto che il ministero della Salute invii gli ispettori nei due ospedali in cui l’uomo è stato ricoverato. A finire sotto la lente d’ingrandimento, in particolare, il nosocomio di Ponticelli, più volte proposto come polo eìospedaliero all’avanguardia ideato e studiato per arginare l’emergenza sanitaria campana.