Secondo caso di violenza sessuale in tre settimane nel Catanese.
Un altro agghiacciante caso si è registrato nelle ore precedenti, dopo la violenza subita lo scorso 19 settembre dalla cinquantenne dottoressa di turno in una guardia medica da un 26enne, Alfio Cardillo, che l’ha seviziata per ore, fino ad essere liberata da carabinieri intervenuti dopo una segnalazione di un vicino, allertato dalle urla della donna. I
Una 25enne della provincia di Catania è stata vittima di una violenza sessuale di gruppo, al termine di una serata in discoteca.
La giovane non sapeva come rincasare, aveva “mollato” la persona con cui era arrivata, col quale era entrata in contatto su Facebook, e si è fidata di uno sconosciuto che le aveva assicurato che l’avrebbe accompagnata a casa. Invece, la giovane è stata violentata da tre persone, che hanno abusato di lei per ore, dentro l’auto del finto accompagnatore. I complici erano nascosti in una zona isolata, accanto a un cimitero di un paesino etneo.
La 25enne era andata in discoteca con un uomo che aveva conosciuto su Facebook, estraneo alle violenze, che la avrebbe dovuta anche riaccompagnare a casa. Ma durante la serata la donna ha legato con un uomo che conosceva e si è affidata a lui per il rientro in paese. Quando sono arrivati nell’auto, però, a bordo c’erano altre due persone, che avrebbero poi partecipato alla violenza sessuale con un’aggressione di gruppo. I tre dopo la denuncia sono stati fermati in tre paesi diversi della provincia di Catania da carabinieri.
È stata la vittima, soccorsa da un passante che l’ha portata alla locale stazione dei carabinieri, a fornire le indicazioni necessarie alla loro identificazione e al successivo fermo del “branco” eseguito da militari dell’Arma su disposizione della Procura di Catania. Un particolare, casuale, ha permesso di stabilire con certezza chi fossero: i tre erano assieme alla 25enne quando, prima della violenza nella zona isolata, erano stati fermati e registrati a un posto di blocco delle forze dell’ordine durante un controllo della loro auto. La vittima non avrebbe segnalato alcuna situazione di allarme.
La Procura di Catania ha disposto il sequestro dei cellulari dei tre indagati e accertamenti sul loro contenuto e su telefonate e scambio di messaggi. Esami saranno eseguiti anche sulla vettura dove sarebbe avvenuta la violenza sessuale alla ricerca di materiale biologico e di altri elementi utili alle indagini.