Una folta cascata di capelli castani, occhi grandi e sognatori, un sorriso solare e spensierato: è bella Noemi Durini, una delle donne più giovani della lunga lista delle vittime di fidanzati, mariti o ex.
16 anni, solo 16 anni, una vita stroncata dalla violenza di un 17enne che l’ha uccisa e per 10 giorni ha lasciato che tutti credessero che fosse scomparsa, che la cercassero, pregassero per lei e sperassero di ritrovarla ancora in vita.
L’ha uccisa e l’ha nascosta in un pozzo, in una campagna dismessa del Salento e ha parzialmente coperto il cadavere con delle pietre.
Ha spento così, per sempre, quel sorriso giocherellone e pieno di vita e ha spento la luce che irradiava gli occhi di quella giovane donna, rimasta imbrigliata troppo presto tra le grinze di un amore sbagliato.
Non esiste un’età consona per imbattersi nella violenza di un fidanzato-assassino, ma Noemi, grazie alla spontaneità e all’ingenuità tipica dei suoi anni, non aveva erto un muro tra sé e il mondo, come spesso accade alle donne prigioniere delle angherie di un uomo violento e di segnali ne ha inviati tanti per esprimere i suoi stati d’animo.
Amore e dolore: un’altalena di emozioni, opposte e contrastanti, che si alternano nel cuore della 16enne, così come sul suo profilo facebook.
“- non è amore se ti fa male.
– non è amore se ti controlla.
– non e ‘amore se ti fa paura di essere cio’ che sei.
– non è amore, se ti picchia.
– non è amore se ti umilia.
– non è amore se ti proibisce di indossare i vestiti che ti piace.
– non e ‘amore se dubiti della tua capacita’ intellettuale.
– non è amore se non rispetta la tua volontà.
– non e ‘ amore se fai sesso.
– non è amore se dubiti costantemente della tua parola.
– non è amore se non si confida con te.
– non è amore se ti impedisce di studiare o di lavorare.
– non è amore se ti tradisce.
– non e ‘ amore, se ti chiama stupida e pazza.
– non è amore se piangi più di quanto sorridi.
– non è amore, se colpisce i tuoi figli.
– non è amore, se colpisce i tuoi animali.
– non e ‘ amore se mente costantemente.
– non è amore se ti diminuisce, se ti confronta, se ti fa sentire piccola.
Il nome e ‘ abuso.
E tu meriti l’amore. Molto amore.
C’ è vita fuori da una relazione abusiva.
Fidati!”
Questo l’ultimo post pubblicato su facebook da Noemi, prima di essere inghiottita da quel vortice di violenza al quale, almeno nel mondo virtuale, aveva cercato di opporsi e ribellarsi. Parole forti ed eloquenti, accompagnate dalla foto di una donna con il volto tumefatto da lividi, scaturiti da percosse. Quelle ferite che Noemi, stando a quanto riportano gli amici e i conoscenti su quello stesso canale social, conosceva bene.
Tantissimi i post che in queste ore affollano il “muro virtuale” della giovane e che raccontano la ragazza che è stata e quanto amore “sano” era stata in grado di generare intorno a lei. Una ragazza benvoluta e apprezzata da tanti coetanei che spendono, al contempo, parole dure e impietose per il 17enne che le ha tolto la vita.
Un dolore troppo grande quello generato dalla prematura morte di Noemi, non solo per i sogni che quella morta ha stroncato, ma anche e soprattutto per la consapevolezza che, di getto, ha radicato nelle coscienze di chi ha vissuto quel dramma da vicino. Fino al conseguimento del tragico epilogo.
Nessuno avrebbe mai immaginato che il 17enne potesse arrivare a tanto, ma il ragazzo non era ben visto da molti amici ed amiche della giovane.
“Ora che so per certo che quello che ho visto e pensato è la causa di tutto questo, non posso far altro che ricordare i momenti trascorsi insieme a te… quando mi chiamavi e mi chiedevi aiuto e ti vedevo distrutta, ti dicevo di lasciarlo quel pezzente ma non ne hai avuto modo… e stai tranquilla che non la passerà liscia, te lo prometto amore!
E lo so, lo so che non è colpa tua, tu eri fantastica, nei tuoi occhi non vedevo solo gli occhi ingenui di una ragazzina di 16 anni, ma anche tanta sofferenza!”
“Ti dissi di lasciarlo stare, ti dissi tante volte che quell’animale è un malato mentale però purtroppo sei ceduta in mano ai sentimenti ed ecco il risultato..sono amareggiato e nervoso Noe. Te ne sei andata e adesso l’animale non avrà la pena che si merita perché siamo in Italia,dove la legge è una barzelletta!! Che il male si rivolga al tuo destino maiale.”
“La tenebra non può scacciare la tenebra: solo la luce può farlo. L’odio non può scacciare l’odio: solo l’amore può farlo. L’odio moltiplica l’odio, la violenza moltiplica la violenza, la durezza moltiplica la durezza, in una spirale discendente di distruzione.
Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci.
La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.
Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.”
Sono solo alcuni dei commenti pubblicati in queste ore dagli amici di Noemi, sconvolti e incapaci di accettare di dover tramutare le ricerche in pianto e la speranza in disperazione.
Sono stati 10 giorni segnati da continui ed incessanti appelli, i familiari e gli amici hanno percorso davvero tutte le strade utili per giungere al ritrovamento della giovane, inconsapevoli del fatto che fosse tutto inutile. Oggi, alla luce della confessione del 17enne, questa consapevolezza e “l’inganno” imposto a chi amava davvero Noemi dal suo aguzzino, rendono la sua morte ancor più amara.
Un amore malato che lo scorso 12 agosto è giunto al giro di boa, prima del tragico capolinea: i due ragazzi hanno festeggiato il primo anno di fidanzamento e Noemi ha pubblicato una foto insieme a quello che oggi sappiamo essere il suo carnefice. “E non stupitevi se siamo ancora qua, abbiamo detto per sempre e per sempre sarà!” scriveva Noemi che amava pubblicare immagini che la ritraevano insieme al 17enne, come una coppia “normale” e innamorata.
Cosa resta di Noemi, oggi?
Una valigia piena di sogni e passioni, dalla musica alla danza, un volto radioso e gioviale, la vita di una piccola donna, condannata dalla violenza di un “uomo” a rimanere eternamente tale.