Una bambina di quattro anni, Sofia Zago, di Trento, è morta nella notte tra domenica 3 e lunedì 4 settembre dopo aver contratto la malaria.
La piccola non era stata in vacanza in nessun Paese a rischio, come le aree tropicali o subtropicali, nelle scorse settimane. Era reduce, anzi, da un vacanza al mare a Bibione insieme ai genitori.
«È la prima volta in trent’anni di carriera che assisto ad un caso di malaria autoctona in Trentino», commenta sconvolto Claudio Paternoster, il primario di malattie infettive all’ospedale Santa Chiara di Trento. Mentre si cercano di capire le cause dell’accaduto, ricostruendo tutti i movimenti della bambina, la Procura di Trento aprirà un’inchiesta per omicidio colposo. Valuteranno che nel reparto di pediatria di Trento – dove Sofia era stata ricoverata all’inizio – siano state eseguite correttamente tutte le procedure.
«Dalle prime indicazioni che abbiamo avuto pare che la bambina potrebbe aver contratto la malaria in ospedale, a Trento, il motivo per il quale sarebbe un caso molto grave – dice la ministra della Salute Beatrice Lorenzin – Abbiamo mandato immediatamente degli esperti sia per quanto riguarda la malattia sia per la trasmissione da parte delle zanzare».
I primi sintomi del malessere non avevano fatto presagire che si potesse trattare di malaria: la bambina era stata portata sabato pomeriggio al pronto soccorso pediatrico di Trento solo dopo una settimana di febbre molto alta, a 40, che aveva fatto preoccupare i genitori. Quando è entrata in ospedale Sofia era cosciente, ma improvvisamente poco dopo, mentre arrivava la diagnosi di malaria dagli esami di laboratorio, è entrata in coma. Inizialmente ricoverata a Trento nel reparto di pediatria e poi spostata in terapia intensiva, è stata trasferita d’urgenza a Brescia dove ci sono un reparto di terapia intensiva pediatrica e uno dedicato alle malattie tropicali.
La piccola è deceduta durante la notte. Sofia è stata colpita da malaria cerebrale, la forma più grave della malattia. Questo tipo aggressivo di morbo viene trasmesso dal Plamodium Falciparum, la specie più violenta di un protozoo parassita trasmesso dalla zanzara Anopheles. La morte, nei casi più gravi, può arrivare entro 24 ore. La malattia è diffusa prevalentemente nell’Africa Sub-sahariana, in Asia, in America centrale e del Sud. Presuppone, però, la frequentazione di luoghi abitati da questo tipo di insetto.Eppure, nel caso di Sofia, così non è stato.
Alla luce dell’estate caldissima che sta per volgere al termine e con i cambiamenti climatici in atto non si può escludere l’adattamento di qualche specie capace di trasmettere il virus. Andranno prelevati campioni di zanzare e esaminati. L’Italia è stato un Paese malarico fino agli anni ‘50. Poi con le bonifiche delle paludi la malattia si è estinta. Tuttavia il Trentino, per la sua latitudine, non ha mai avuto problemi nemmeno nel passato più lontano. Sul caso la magistratura ha aperto un fascicolo e al momento non si esclude che la piccola possa essere stata infettata da una zanzara giunta dall’estero in qualche bagaglio.
Seguendo i protocolli ministeriali, l’Azienda sanitaria ha deciso di disinfestare il reparto di pediatria di Trento dove è stata ricoverata la bimba «anche se non si ravvisano – cita una nota dell’ Apss – rischi per coloro che hanno frequentato il reparto nei giorni scorsi». La lotta alla malaria ha condotto negli ultimi anni a esiti confortanti con una riduzione dell’ impatto (438.000 decessi nel 2015) nei 95 Paesi ancora con endemia malarica.
I genitori della bambina, Marco Zago e Francesca Ferro, sono rientrati lunedì a Piedicastello (Trento), e ancora non sanno spiegarsi come sia potuto avvenire il contagio e se la piccola possa aver contratto la malattia durante la vacanza sul litorale veneto. Sono in corso indagini su due ricoveri precedenti della bambina, che era stata prima in ospedale a Portogruaro, poi a Trento, per un esordio di diabete infantile. In particolare in uno dei giorni del ricovero a Trento erano presenti «in un’altra stanza, due bambini con la malaria, che sono guariti», come ha confermato il direttore generale dell’Apss (Azienda provinciale dei servizi sanitari del Trentino), Paolo Bordon. Ma la malaria si contrae solo molto raramente da persona a persona, generalmente si trasmette tramite punture d’insetto.
Gli esperti in materia lo hanno definito un “caso criptico” perché la malaria viene trasmessa da un certo tipo di zanzara che in Italia non c’è ed è ignota allora la modalità di trasmissione.
Per saperne di più, occorre attendere l’indagine epidemiologica.