E’ un documento storico a tutti gli effetti, più unico che raro, il contratto che comprova la presenza di un legittimo assegnatario, dal 1946, nell’Isolato 6 del Rione De Gasperi di Ponticelli.
Una famiglia che esiste e resiste tra i disagi e il degrado di un rione che doveva fungere da sistemazione temporanea per i reduci del secondo dopoguerra e che invece, tutt’oggi, accoglie dei genitori che in una casa di poco più di 50 metri quadri hanno cresciuto 5 figli.
La famiglia Imparato è sopravvissuta miracolosamente al crollo di un albero che qualche tempo fa si è abbattuto sulla camera da letto che solo per una pura casualità in quel momento non era occupata dalla moglie di Antonio, non vedente e invalida al 100%, costretta a ricorrere alle bombole d’ossigeno per combattere contro un enfisema polmonare e, ancor più, contro l’umidità che divora le pareti della modesta casa dove vive da più di 50 anni. Una condizione non dovuta a un guasto delle tubature del sistema idrico o fognario: i due anziani sono stati costretti a isolare le pareti con delle lastre di polistirolo per arginare il problema delle continue infiltrazioni d’acqua.
Sotto le fondamenta del palazzo, si ipotizza che esista un vero e proprio stagno. Il cedimento di una parte o di più parti delle obsolete tubature in punti difficili da individuare, sarebbe la ragione che costringe i due anziani a vivere in uno stato di serio pericolo, così come spiegato alla coppia di anziani dagli idraulici e dai muratori reclutati per sistemare la loro abitazione: potranno verniciare le pareti all’infinito, ma se chi di dovere non provvederà ad individuare e placare la perdita che minaccia le fondamenta dell’edificio, vivranno sempre in una casa con le pareti intaccate dall’umidità.
Una situazione che hanno segnalato più volte agli uffici della VI Municipalità, ma, fin qui, nessuno si è mai preoccupato di effettuare quantomeno un sopralluogo per accertare i pericoli effettivi ai quali sono esposti i nuclei familiari che vivono in quelle condizioni.
La famiglia Imparato dell’Isolato 6 può essere definito un caso-emblematico che immortala la condizione di tanti legittimi assegnatari che, dopo più di 50 anni trascorsi nel Rione De Gasperi, vedono il Comune di Napoli corrispondere un alloggio a famiglie che hanno vissuto lì per poco più di 10 anni e sanno che molto probabilmente è lì che moriranno, perché vedranno assegnare i restanti 50 alloggi del nuovi rione ad altre famiglie, con altri requisiti, per soddisfare altre priorità, quindi, non rivendicano un nuovo alloggio, ma chiedono che quantomeno la loro abitazione venga sistemata, affinché siano messi in condizione di abitare in una casa dignitosa che non rappresenti una minaccia per la loro sicurezza e per la loro salute, già notevolmente compromessa.
Una figlia stroncata da un tumore e una moglie martoriata da gravi problemi respiratori. La domanda che Antonio legittimamente continua a porsi è: come sarebbe stata la vita della mia famiglia in una casa degna di definirsi tale?