Un sabato nel segno dei blitz delle forze dell’ordine impegnate nello smembramento delle piazze di spaccio nel quartiere Ponticelli, quello che ci siamo lasciati alle spalle e che solo nel Rione Conocal ha prodotto degli arresti.
Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Ponticelli hanno arrestato, proprio in quello che un tempo era il supermercato della droga più quotato dell’intera periferia orientale, due pregiudicati.
Si tratta di Daniele Chianese, di 32 anni e Ciro Ricci, di 21 anni,già sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, entrambi del posto e accusati di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio.
Nell’ambito delle attività investigative tese a contrastare lo spaccio di cocaina nel Rione Conacal di Ponticelli, sensibilmente decapitato nel giugno del 2016 dal maxi-blitz che fece scattare le manette per 94 persone, gli agenti impegnati nell’operazione hanno effettuato una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di Chianese dove i due sono stati sorpresi con 195 euro, ovvero i probabili proventi dell’attività di spaccio, e degli elenchi di clienti appena stropicciati e gettati nella spazzatura.
Fonti investigative rivelano che da diverso tempo sono sulle tracce dei pusher più quotati del quartiere e monitornandone gli spostamenti hanno ricostruito il nuovo assetto inferto dalla malavita locale al business della droga che li ha condotti proprio nel rione che un tempo fu il bunker dei “fraulella”.
Il Conocal è una sorta di centro di smistamento dove non vanno a rifornirsi solo i “pesci piccoli”.
Il clan De Micco non ha mai imposto regole rigide ai gestori delle piazze di spaccio, a patto che gli venga pagato il pizzo, una sorta di “tassa” che gli permette di controllare e guadagnare comunque sul buniness della droga, senza imporre di rifornirsi presso la loro organizzazione. Il mercato, almeno a Ponticelli, in virtù della politica imposta dai De Micco, è libero: i gestori delle piazze sono liberi di rifornirsi dove vogliono e da chi vogliono.
L’ex rocccaforte del clan D’Amico, dopo la stangata inferta dal maxi-blitz che ha costretto il clan alla chiusura di 14 piazze, sta cercando di riproporsi sul mercato in questa nuova veste. I superstiti del blitz che hanno maturato esperienza e competenza in materia assicurano merce di qualità a prezzi competitivi ed è per questo che proprio nel Conocal vanno a rifornirsi i gestori delle piazze di spaccio attualmente più quotate della periferia orientale di Napoli.
Del resto, i precedenti dei due pregiudicati tratti in arresto ieri, dimostrano che chi ha sempre mangiato “questo pane”, guadagnandosi da vivere vendendo la morte ai tossicodipendenti, non vuole e non sa rinunciare al richiamo del soldo facile nè archiviare l’esperienza maturata sul campo per intraprendere “un altro mestiere”. Quindi, l’assetto che si è venuto a delineare nella gestione delle piazze di spaccio tra le mura del quartiere è piuttosto chiaro e ben definito.
Questo il motivo per il quale, a Ponticelli, non si spara più: c’è un clan egemone, al quale tutti sottostanno rispettandone le leggi e le imposizioni e le figure camorristiche uscite sconfitte dalla lotta al potere o che non hanno la forza necessaria per provare a contrastare l’egemonia del clan dei “Bodo”, comunque riescono a guadagnare attraverso il controllo dei mercati illeciti, droga, contrabbando e furti di scooter su tutti.
Un equilibrio che non scontenta nessuno e che assicura a tutte le organizzazioni coinvolte un guadagno consistente.
Durante la perquisizione i due pregiudicati hanno anche provato a disfarsi di 12 dosi di cocaina lanciandole dal balcone, ma il gesto non è sfuggito agli agenti rimasti fuori nonostante la forte pioggia e che sono riusciti, quindi, a recuperare la sostanza e sequestrarla.
Anche questo è un copione tutt’altro che inedito: gli appartamenti e i palazzi adibiti a piazze di spaccio vengono sempre più spesso trasformati in autentici bunker, dove i pusher possono beneficiare della complicità e dell’aiuto dei civili, della gente comune che “protegge” il business e l’illecito, schierandosi contro lo Stato.
Per capire come e perchè avviene, è necessario studiare e comprendere l’ideologia e la cultura di quella frangia di popolo cresciuta e addestrata per ovattare le necessità della malavita. In cambio di cosa? Una “mazzetta” di una manciata di euro o una busta della spesa, per una famiglia che vive di senti, valgono quanto l’oro e sviluppano quel genere di “gratitudine” che cresce in maniera direttamente proporzionale all’odio e all’avversione che, di pari, si tributa allo Stato, assente e “nemico”, perchè non riesce a porre fine a quello stato di miseria e povertà e vorrebbe, per giunta, disfarsi anche di quei “benefattori” che, invece, sanno bene quali carte giocarsi per creare “affiliazione”.
Durante la mattinata di lunedì 4 settembre Chianese e Ricci saranno processati con rito direttissimo, mentre il business della droga contuinua a tenere banco, sopratutto a Ponticelli.