Le case in procinto di assegnazione da un lato, i primi isolati del “vecchio rione” che, almeno per il momento, non verrà sgomberato per intero, dall’altro.
Nel mezzo, via Angelo Camillo de Meis: chi abita negli Isolati 1 e 2 del Rione De Gasperi di Ponticelli sa che è destinato a “guardare senza toccare” quelle case nuove che stanziano lì, a un palmo dal loro naso. I primi isolati non rientrano nel piano di assegnazione nè in quello di abbattimento, almeno allo stato attuale. Eppure, secondo una “leggenda metropolitana”, quelli sono gli edifici del rione messi meglio.
Una leggenda che nasce dall’impegno preso dall’ex assessore al patrimonio del Comune di Napoli, Sandro Fucito, che anche nel corso di un’intervista rilasciata al nostro giornale l’anno scorso, aveva precisato che “come previsto dalla delibera, gli edifici non destinati all’abbattimento, rientrano in quelli contemplati in un patto collaborativo che prevede da parte del comune interventi di messa a norma degli impianti elettrici e ripristino dei servizi igienici, fino a un totale di 5.000 euro di spesa media a famiglia.”
Un intervento abbozzato nell’Isolato 1, ma mai portato a termine: una fugace verniciata degli esterni che, allo stato attuale è stata già vanificata dalle infiltrazioni d’acqua.
Un buon proposito, quello auspicato da Fucito, mai portato concretamente a termine da parte dell’aministrazione.
E così i primi due isolati del Rione De Gasperi sono costretti a fronteggiare criticità simili: “i buchi” visibili sull’asfalto, sia nel cortile dell’Isolato 1 che in quello dell’isolato 2, dai quali fuoriescono blatte e ratti, delineano uno scenario inaspettato e ben più preoccupante. In particolare, come dimostra il grosso rattoppo di asfalto dell’isolato 2, una vera e propria voragine si apre continuamente e dalla quale è possibile scorgere il fiume d’acqua putrida che scorre sotto gli edifici dei primi isolati del rione. Tanto basta per porsi dei dubbi in merito allo stato di stabilità delle fondamenta degli stessi palazzi.
Basta guardare lo stato in cui versa l’ultimo piano dell’isolato 2 per rendersi conto che può essere definito pericolante e che sarebbe necessario un tempestivo intervento di messa in sicurezza. In effetti, in più circostanze, si sono distaccate parti di intonaco e cornicioni che hanno concretamente messo in pericolo gli abitanti dell’edificio.
L’opportunità di una vita migliore simboleggiata dalla case nuove, una speranza che anima soprattutto i cuori delle madri che crescono i loro figli nel degrado e nelle condizioni precarie dei primi isolati. Case degne di definirsi tali che quelle madri e i loro figli possono solo guardare, con gli occhi segnati dalla consapevolezza che non potranno mai toccare con mano quell’opportunità di miglioria e riscatto, troppo vicina, eppure inafferrabile.