Lo aveva precisato durante un colloquio in carcere avvenuto con la madre, Ciro Guarente, l’assassino di Vincenzo Ruggiero che gli altri resti del corpo del giovane che aveva ucciso con due colpi d’arma da fuoco e poi fatto a pezzi per occultare il cadavere in un garage preso in affitto nel “Lotto 10” di Ponticelli, che la testa e il braccio del giovane, ancora non ritrovati dagli inquirenti, si trovavano proprio lì, in quel box che il 35enne aveva affittato proprio qualche ora prima di mettere a segno il delitto che aveva architettato con la complicità di Francesco De Turris, un 51enne pregiudicato dello stesso quartiere della periferia orientale dove lo stesso Guarente era cresciuto.
E’ stato De Turris a consigliare a Guarente come disfarsi di quel “nemico scomodo” che ipotizzava essere l’amante della sua compagna, la transessuale Heven Grimaldi, ed è stato ancora lui a procurargli la calibro 7,65 mai trovata con la quale il 35enne ha ucciso il giovane con due colpi d’arma da fuoco al petto, per poi occultarne il cadavere. Il corpo dell’attivista gay è stato fatto a pezzi e in parte occultato in un fondo, ricavato all’interno di un box, disciolto nell’acido e coperto con del cemento.
Nel corso dell’intero mese di agosto, le indagini degli inquirenti volte a ritrovare i resti del cadavere ancora non rivenuti, non si sono mai fermate. I carabinieri di Aversa e la Procura di Napoli Nord erano certi che la testa e il braccio di Vincenzo, ancora non trovati, fossero comunque stati seppelliti nello stesso luogo, lì, in quel garage di Ponticelli, ma ad una profondità maggiore o nelle vicinanze. Decisivo è stato il sopralluogo dell’antropologo forense incaricato dalla Procura Maurizio Cusimano, che ha scoperto in un pozzo vicino al garage gli altri resti, per lo più frammenti ossei
I vari reperti sono stati chiusi in apposite scatole e verranno ora analizzati per ricostruire l’intero scheletro, come si fa per i resti archeologici. Un lavoro determinante per capire quali altri traumi sono stati inferti al corpo di Vincenzo Ruggiero, oltre a quei due colpi da arma da fuoco che ne hanno determinato il decesso, soprattutto per ricostruire quello che è successo dopo: come sia stato sezionato e fatto pezzi il cadavere.
le indagini degli inquirenti proseguono anche per individuare altri eventuali complici di Guarente, che possano averlo aiutato ad uccidere Ruggiero o a trasportarne e occultarne il cadavere. Ulteriori sviluppi potrebbero giungere a breve, seppure dalla Procura non arrivano conferme su altri indagati.