Grazie a nuove tecnologie e all’ausilio degli aerei della Guardia di Finanza, la caccia alle piantagioni di marijuana, è resa ben più agevole. Gli appezzamenti di terreno, spesso mimetizzati tra fitte sterpaglie ed altra vegetazione per camuffare al meglio le piantagioni illegali di stupefacenti, alla luce degli ottimi risultati ottenuti da questa nuova tecnica “di caccia”, sembrano destinati da avere le ore contate.
Appena qualche giorno fa, otto piantagioni di marijuana sono state scoperte nella Locride e nella Provincia di Vibo Valentia dalla Guardia di Finanza, che ha sequestrato 2.655 piante della qualità indica e della più potente skunk, per un valore di mercato di oltre 5 milioni di euro.
I finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale calabrese e del Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare hanno passato al setaccio un’area preventivamente selezionata avvalendosi dei sistemi di telerilevamento aereo e dei sofisticati sensori installati su un aereo Piaggio P166 del Corpo. Si tratta degli stessi sistemi già impiegati con successo in Albania nel corso del programma di cooperazione internazionale di contrasto alla produzione ed al traffico illecito di droga.
Le otto piantagioni erano quasi tutte nascoste all’interno di aree demaniali, in zone particolarmente impervie e caratterizzate da alta vegetazione e rovi che ne occultavano la vista anche dall’alto.
L’operazione, denominata “La Svolta” proprio perché supportata da nuove tecnologie di geo-intelligence, è il frutto di un’attenta pianificazione condivisa tra i reparti aeronavali e quelli del Comando Regionale Calabria, che ha comportato la misurazione ed elaborazione della radiazione elettromagnetica riflessa delle aree indagate.
Un’operazione resa possibile dall’innovativo strumento che la Guardia di Finanza ha sviluppato in collaborazione con il centro di ricerca universitario campano BENECON. Il telerilevamento aereo da alta quota è, infatti, uno strumento che permette di acquisire informazioni geografiche territoriali di altissima precisione e che, scientificamente processate con specifici algoritmi, permettono di supportare l’attività di riscontro sul territorio.
La convenzione tra Guardia di Finanza e BENECON ha, infatti, permesso di creare un “unicum” operativo, composto da mezzi aeronavali, sensori e know how del mondo scientifico. L’analisi condotta nel laboratorio congiunto Guardia di Finanza – BENECON ha permesso di individuare, con assoluta precisione le piantagioni.
In tal modo i Finanzieri sono andati a “colpo sicuro”, procedendo al sequestro di un grosso quantitativo di piante di Cannabis indica e del tipo skunk, in gran parte in piena fase di maturazione.
La competente Autorità Giudiziaria di Locri e di Vibo Valentia, ha disposto, dopo la campionatura dello stupefacente, l’estirpazione delle piante e la successiva distruzione sul posto.
Un’operazione dall’esito analogo e condotta con la stessa tecnica è maturata in Campania. I finanzieri hanno scoperto 200 piante di marijuana quasi pronte per il raccolto che sul mercato avrebbero fruttato un guadagno di 700mila euro, e, pertanto, prontamente sequestrate dalla Guardia di Finanza a Santa Maria La Fossa, nel Casertano. I militari le hanno trovate abilmente nascoste tra un fitto bosco di alberi e altri arbusti, quasi impossibili da notare da terra; decisivi per l’individuazione delle coltivazioni sono stati i controlli effettuati dall’alto dal Reparto Operativo Aeronavale di Napoli.
La piantagione che si estendeva su un fondo agricolo di circa 70.000 metri quadrati, era irrigata da un impianto che consentiva di selezionare il filare di piante da annaffiare; le piante erano alte oltre tre metri ed avevano concluso il loro ciclo di crescita; in pochi giorni sarebbero state raccolte ed essiccate, prima di essere immesse sul mercato. Al termine dell’operazione i finanzieri hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere il proprietario del terreno.