Un agguato in piena regola, quello messo a segno in via Malibran, nella notte tra il 24 e il 25 agosto.
Intorno all’1.30, all’interno dell’area parcheggio adiacente alla Villa Comunale di Ponticelli intitolata ai Fratelli De Filippo, nei pressi dell’imponente furgone adibito a chiosco per la vendita di panini che dall’inizio dell’estate occupa una postazione fissa e centrale tutte le sere e fino all’alba, sono stati esplosi almeno sette colpi d’arma da fuoco contro un uomo ancora non identificato che sostava proprio all’esterno del furgone, in compagnia di una dozzina di persone.
Ad aprire il fuoco sono stati due uomini con il volto coperto da maschere, a bordo di un’auto bianca di piccola cilindrata, scortati da una Bmw nera. La vettura si è affiancata al capannello di persone che si trovava all’esterno del chiosco ed è partita la crivellata di colpi contro un bersaglio umano che è riuscito a mettersi in salvo, riparandosi proprio dietro al furgone. Tantissimi i giovani e le famiglie presenti sul posto che hanno assistito al raid, impassibili e terrorizzati.
Un agguato, di chiara matrice camorristica, preceduto da un altro raid di stampo analogo: quella stessa sera, intorno alle 23.30, plurimi colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi nei pressi di Piazza Egizio San Domenico, sul Corso di Ponticelli.
In entrambi i casi, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Ponticelli, una volta giunti sul posto, hanno rilevato la presenza di diversi bossoli.
In via Malibran, all’indomani dell’agguato messo a segno quando la strada era ancora affollata dal “popolo della notte”, gli agenti di polizia del locale commissariato che si sono recati sul posto per i rilievi del caso, oltre ai bossoli, hanno rinvenuto un ciclomotore risultato rubato.
I due fatti, tuttavia, non risultano concatenati, in quanto, le testimonianze di chi ha assistito all’agguato sono tutte concordanti e ricostruiscono una dinamica ben chiara, nella quale non figura il coinvolgimento di nessuno scooter.
Potrebbe trattarsi di uno dei tanti motorini rubati dagli interpreti della microcriminalità locale per mettere a segno rapine e altri reati e che poi adoperano per scorrazzare in lungo e in largo proprio all’interno dell’area parcheggio della villa comunale, per poi abbandonarli sul posto, una volta finita la benzina.