Appena un anno fa, il centro Italia veniva raso al suolo da un sisma che non ha consegnato il doveroso insegnamento in materia di prevenzione e, così, in un paese “presumibilmente evoluto ed emancipato” come l’Italia, si può morire per una scossa di magnitudo 4, quindi di moderata.
Un dato di fatto che allarma e disarma e che infervora i dibattiti sulla sicurezza, mentre i vigili del fuoco continuano a scavare tra le macerie, incessantemente, per cercare di trarre in salvo le persone ancora disperse tra le macerie.
Le parole di Egidio Grasso, presidente dei geologi campani, a poche ore di distanza dalla scossa di magnitudo 4.0 che ha fatto tremare l’isola d’Ischia, ricoprono un peso forte e mirano in una direzione ben precisa: “Crolli, evacuazioni e vittime potrebbero essere attribuite alle costruzioni abusive.
Rincara la dose il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Francesco Peduto ha spiegato che “è allucinante che un terremoto di tale magnitudo possa provocare danni e vittime nel nostro Paese. Che si conferma estremamente vulnerabile. Quello che lascia più interdetti è la mancanza di atti concreti per la prevenzione”.
Come si fa a prevenire un disastro come quello maturato ad Ischia in seguito ad una modesta scossa di terremoto?
All’indomani del terremoto nel centro-Italia, il governo centrale e le autorità locali avrebbero dovuto e potuto attuare una politica più mirata, in tale ottica? Mettere in sicurezza gli edifici pericolanti e contrastare la politica delle costruzioni abusive può concorrere a ridurre i pericoli in caso di terremoto?
“Si è parlato di tante cose, dall’informativa alle popolazioni alle lezioni nelle scuole, dal fascicolo del fabbricato alle assicurazioni sui fabbricati, dal rifinanziamento della carta geologica a quello per la microzonazione sismica fino alla necessità di abbattere le case abusive, come ribadito ieri anche dal ministro Delrio. Tante chiacchiere, ma un anno dopo (il terremoto in Italia centrale, ndr) non è stato fatto quasi nulla. – ha affermato ancora Peduto – Il governo e il Parlamento si assumano la responsabilità di decidere senza farsi distogliere da interessi e lobby varie. Far conoscere lo stato di sicurezza delle case dove un cittadino abita o lavora è un fatto di etica innanzitutto, un principio morale prima ancora che una misura di salvaguardia e di prevenzione civile.”
Conoscere lo stato di sicurezza delle case risulta, pertanto, viene risulta il tema centrale ed imprescindibile dal quale ripartire.
Secondo Egidio Grasso, presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, le cause di crolli, evacuazioni e vittime “potrebbero essere ricercate nei fenomeni di amplificazione sismica locale o attribuite alle costruzioni fatiscenti, abusive e realizzate senza alcuna verifica sismica”. Perché, ribadisce Grasso, non è normale tanta distruzione per un terremoto di magnitudo 4: “Giusto per far capire, l’energia liberata da un terremoto di magnitudo 6, paragonabile a quelli registrati di recente in Italia centrale, è circa 1000 volte più forte di quella liberata dal terremoto registrato a Ischia”.
La speculazione edilizia alla quale è andata incontro Ischia nel corso dei decenni finisce sotto la luce dei riflettori: così come accaduto sul Vesuvio e in altre aree “sensibili” del napoletano, si è costruito anche dove non era possibile edificare, in molti casi, lo si è fatto di fretta, utilizzando materiali e tecniche di scarsa qualità e senza osservare le più basilari norme antisismiche.
Questo il dato che, da più parti, rimbalza e viene rilanciato, a poche ore di distanza da un disastro che viene etichettato come “evitabile”.
7.235 domande di condono in 30 anni, 4.408 delle quali risultavano ancora da evadere ad aprile dello scorso anno: questi i dati che emergono in relazione all’abusivismo edilizio.
Il tutto si colloca in un momento storico in cui, lo scorso giugno, il Consiglio regionale della Campania ha approvato la legge che blocca le demolizioni delle costruzioni abusive anche nelle zone vincolate.
E, quindi, l’abusivismo si condona o si condanna?
Intanto, i sei sindaci dei comuni dell’isola di Ischia in una nota congiunta, “deplorano le notizie false relative a presunti danni e crolli in tutta l’isola e alle inesistenti connessioni tra l’evento sismico e i fenomeni legati all’abusivismo edilizio”. Perché, ribattono gli amministratori locali, i crolli “hanno interessato per lo più strutture antiche, tra le quali finanche una chiesa già distrutta dal terremoto del 1883 e poi riedificata”.
Eccezion fatta per la zona di Casamicciola che sarebbe quella storicamente più vulnerabile, per i sindaci ischitani parlare di abusivismo edilizio in questi casi vuol dire strumentalizzare la vicenda.