Pareti divisorie improvvisate con cartoni e materassi, una cabina doccia rimediata attaccando delle lenzuola ad una corda, per permettere quantomeno alle donne di lavarsi beneficiando di un po’ di privacy, mentre dall’alto qualcuno riversa una tanica d’acqua, precedentemente riscaldata sul fuoco acceso con legna e cartone, utilizzando tecniche primitive, talvolta, senza nemmeno beneficiare del supporto di un accendino. Su quello stesso fuoco viene riscaldato o arrostito del cibo.
Gli indumenti ammassati fungono da pareti divisorie o per proteggersi dal vento e dalle intemperie.
Vivono così, in barba alle più basilari norme igienico-sanitarie, i senzatetto e gli extracomunitari accampati nell’area che un tempo accoglieva il mercato ittico di Napoli.
Una situazione denunciata dall’associazione “Angeli di strada Villanova” tre anni fa, attraverso un fotoreportage dal titolo eloquente: “Viaggio nel degrado”, pubblicato anche sulla pagina facebook nella quale convergono i tanti volontari che ogni lunedì sera provvedono a consegnare un pasto e beni di prima necessità ai tanti disagiati napoletani, tra i quali, anche quelli accampati nell’ex mercato del pesce.
Le immagini documentano anche la presenza di alimenti di scarto, ma ancora commestibili, da parte del personale di un a nota catena di supermercati. Proprio lì, si getta il superfluo, a due passi dalla povertà che dilaga tra quelle baraccopoli. Tutta da verificare, invece, l’ipotesi degli sversamenti di rifiuti da parte di cittadini che, approfittando del degrado che vige in quella sede, ne approfittano per disfarsi dei rifiuti domestici, raggirando “la seccatura” della raccolta differenziata.