Una testimonianza che fa male, addolora, disarma, quella divulgata attraverso il sito di Arcigay Napoli, scritta da un 23enne che ha conosciuto e provato sulla sua pelle la ferocia di Ciro Guarente, il 35enne che ha ucciso Vincenzo Ruggiero, perchè ossessionato dall’ipotesi che potesse portargli via la sua compagna, la transessuale Heven Grimaldi, con la quale Vincenzo divideva l’appartamento da qualche tempo.
Ha atteso che Heven non fosse in casa per tendere la trappola mortale a quel rivale che era diventato un ossessione: gli ha sparato due colpi di pistola al petto, con una motosega ha fatto a pezzi il suo corpo, ha disciolto i pezzi nell’acido e poi li ha relegati in un fondo, ricavato all’interno di un garage che aveva preso in affitto nelle ore precedenti. Li ha occultati, insieme ad indumenti e spazzatura, coprendo tutto con del cemento.
Dalla scorsa domenica, da quando Ciro Guarente è balzato agli onori della cronaca, reo di aver commesso uno degli omicidi più efferati della storia dell’umanità, fioccano indiscrezioni e testimonianze intorno alla sua vita, privata e passata.
La testimonianza fornita attraverso la mail inviata all’Arcigay da parte di un ragazzo che all’epoca dei fatti aveva 16 anni è sicuramente la più forte e cruda, fin qui, documentata. Una testimonianza che racconta una violenza sessuale, subita da un adolescente da parte di Guarente: è così che quel ragazzo ha perso la verginità e, prima di noi e di chiunque altro, ha visto, sentito e conosciuto la ferocia, la freddezza, il cinismo di un uomo che sempre più frequentemente viene descritto come ossessionato dalla ricerca della perversione e animato dal desiderio di trasgredire e spingersi sempre oltre.
Le parole di una vittima che ha congelato ogni dettaglio di quegli attimi eterni che fatica a dimenticare e che coraggiosamente ha voluto rendere pubblici, per aiutare la giustizia a fare il suo corretto corso, per conferire la stessa forza ad altre ipotetiche vittime di quel mostro di ferocia:
Anonimo; cosi firmerò questa lettera; vi chiederete perché scegliere l’anonimato e perché non metterci davvero la faccia, in secondo luogo penserete che non ho la forza di farlo sul serio e che le spese legali sarebbero costose. Non è per nessuna di queste ragioni; scelgo l’anonimato perché per troppo tempo sono stato per me stesso una vittima, senza avere la possibilità di dirlo agli altri. Scelgo l’anonimato perché non voglio diventare ”il ragazzo stuprato da Ciro Guarente”.
Avevo sedici anni quando ho conosciuto Ciro Guarente, mi contattava su Facebook e i suoi complimenti non mi dispiacevano, sono sempre stato bisognoso di attenzioni e le sue parole mi facevano sentire forte; non avrei mai immaginato di trovarmi sul suo letto a pregarlo di smettere! Ciro Guarente non è solo un assassino è anche uno stupratore, cosciente delle sue azioni!
Quando ho visto gli annunci sui giornali che lo vedevano protagonista della terribile vicenda dell’omicidio di Vincenzo Ruggiero ho provato un enorme senso di rabbia e i sensi di colpa hanno cominciato ad assalirmi, in qualche modo entrava di nuovo nella mia storia!
A causa del mio incontro con Ciro Guarente la mia vita è cambiata; ho lasciato il liceo perché avevo paura, per ogni ragazzo gay c’era un bullo e i miei per me erano diventati mostri; a seguire ho sofferto di disturbi alimentari ed
ho cominciato a bere alcolici, qualcuno direbbe che era per scherzo e perché sono cose che a quell’età si cominciano a fare, io se guardo indietro non ricordo bei momenti; ricordo i momenti che ho passato a vomitare l’anima, il mio peso a 16 anni era tra i 40/45 kili per 1.75m di altezza.
Ho superato da solo tutto ciò, a volte il silenzio aiuta; a 20 anni ho trovato il coraggio di fare coming out con i miei genitori ed ho raccontato tutto quello che era stata la mia adolescenza e perché ero diventato un mostro; i miei genitori mi hanno chiesto da subito se volessi denunciare la cosa, ma gli risposi che ormai l’avevo dimenticato, avevo sofferto e quello era il punto da dove avrei ricominciato.
Questa mia lettera non è volta alla ricerca di giustizia personale, ma voglio che si sappia che Ciro Guarente è un violento cosciente delle sue azioni.
Il 1 Gennaio del 2010 mi organizzai tramite la chat con Ciro per incontrarci la prima volta, io ero felice che mi avesse invitato a fare la spesa per la festa di inizio anno che aveva in mente di fare la sera, motivato dissi di si! Andammo a fare la spesa come detto, tornammo a casa e scaricammo le buste; dalle buste al momento del letto ricordo quei baci disgustosi che aveva cominciato a darmi mentre mi portava di peso nell’altra stanza, mi ha fatto sedere sul letto, ricordo che mi ha tirato via i pantaloni ed io ho tenuto il maglione addosso tutto il tempo, in poco non ero più vergine e avevo capito cos’era il sesso orale; il fatto che io scelga di rimanere in anonimato non significa che io non abbia ricordi da raccontare spiegando i dettagli nei minimi particolari; ma i ricordi che mi viene più facile scrivere sono quanto ho pianto e quanto ho strillato; ricordo che aveva una forza disumana e mi teneva giù per i polsi mentre mi prendeva da dietro, in un secondo momento mi ha detto di sedermi sopra di lui ed ho pensato che sarei potuto scappare più facilmente cosi, ma mi teneva fermo per il bacino e mentre continuava a penetrarmi continuava a chiedermi se sentivo dolore; in quel momento passo qualcuno fuori dalla finestra e pensai di gridare aiuto, quei piedi passarono in un attimo senza darmi il tempo di riuscire a prender fiato per farmi sentire. Ricordo in maniera precisa il momento in cui fini tutto, si alzò, andò in bagno e quando usci comincio a spazzare e a canticchiare come se l’attimo prima tra me e lui non fosse successo niente che lo avesse scosso, le mie urla non le aveva mai sentite; io ero sul letto ancora, senza muovermi, credo di essere rimasto li per 20 minuti; ricordo che mi alzai e andai in bagno e li ho pensato di scappare dalla finestra, ma mi avrebbe visto passare davanti all’altra stanza; uscii dal bagno e andai fuori al terrazziono che stava fuori la cucina e da li riuscivo a vedere Ciro che continuava a spazzare
nella stessa stanza sempre dalle stesse parti, senza lanciare nemmeno un’occhio a me che mi muovevo in casa sua, come se io non fossi li; non sapevo che fare, prima di decidere di chiamare mio padre pensai di scappare scavalcando il muro arrampicandomi sul barbecue intitolato ”CiroCiro” da una scritta fatta sulla pietra; quella scritta la tengo marchiata negli occhi, come il segno che ha lasciato su di me.
Volevo chiamare mio padre, gli avrei raccontato che ero a Licola e che mi doveva venire a prendere perché questo tizio mi aveva fatto queste cose e che avevo paura potesse farmi ancora del male, ma il cellulare non aveva linea e mio padre non sono riuscito a chiamarlo, ma nonostante Ciro non mi guardasse feci finta di parlare al cellulare con mio padre; come ultima possibilità di andar via da quella casa scelsi di chiedergli di riaccompagnarmi a casa mia. Quel viaggio in macchina è durato un attimo, ha guidato verso Giugliano come se fosse su una pista per le corse; scesi dalla macchina e me ne andai, non mi ricordo parole, solo la portiera che sbatteva! Tornato a casa c’era un clima di festa e tutti quanti sapevano che io ero stato fuori, perché la notte prima avevo dormito a casa di una mia amica e che mi ero svegliato tardi, ma ero in tempo per il pranzo in famiglia; di quel primo Gennaio ricordo il tempo che ho passato seduto per terra in bagno a provare a mettere insieme le parole e soprattutto il coraggio di sedermi a tavola e dire: -”Mamma, Babbo, sono gay e oggi mi hanno violentato”; l’amica da cui avevo dormito seppe che Ciro non mi era piaciuto, ma che ”WOW, avevo fatto sesso!”, dopo il pranzo fini tutto nel gabinetto, assieme al sangue e allo sperma che mi usciva da dietro…
Oggi a 23 anni non sono l’unica vittima di Ciro Guarente; se sono qui a scrivere è per chiedere scusa a me stesso per essermi odiato e per aver avuto vergogna di me stesso, per essermi dato la colpa di quello che era accaduto e per non aver avuto la forza di denunciarlo all’epoca e per questo devo chiedere scusa anche alla famiglia di Vincenzo, perché se avessi denunciato tutto quando accadde probabilmente oggi Vincenzo sarebbe ancora vivo. Ai miei genitori chiedo scusa dal più profondo del cuore, perché non mi sono fidato di loro, perché ho avuto paura che non mi accettassero per quello che sono e perché nel mio terrore ho trascinato anche loro, senza mai rendermi conto di avere bisogno di aiuto!
Ho rivisto Ciro Guarente l’anno scorso ed ero intenzionato a fargli del male fisico; il giorno che mi ha contattato perché voleva fare sesso con me sono impazzito, quando in macchina mi ha detto: -”Fammi quello che ho fatto io a te quando eri piccolo!” ho aperto gli occhi ed ho capito che è uno squilibrato, non solo sapeva di avermi fatto male, ma voleva che io facessi a lui la stessa cosa che aveva fatto a me. Sento ancora lo schifo che ho provato verso di lui e capii che il male che mi aveva fato glielo poteva far scontare solo la morte. Con la maturità di oggi non vedo modo migliore per chiudere definitivamente un capitolo della mia vita che mi trascina nella confusione e che non mi fa vivere bene. Da quando è venuto fuori il suo nome come omicida ad adesso che racconto la mia storia ho realizzato di avere un unico sentimento e desiderio a riguardo, quello di poter essere presente al processo e guardare con i miei occhi e sentire con le mie orecchie quando lo condanneranno perché è Chi è!
Non ho prove materiali da mostrare per poter confermare la mia storia, apparte il disegno della piantina della casa a Licola di Ciro Guarente, per questo chiedo pubblicamente se sono l’unico oltre Vincenzo ad aver conosciuto questo mostro. Alcuni amici di cui non farò i nomi hanno avuto contatti e avances da parte di Ciro Guarente mentre erano ancora minorenni; potrebbe essercene un altro che come me può dare una mano a dire chi è Ciro Guarente e spero con questo mio messaggio di esortare chicchessia a raccontare anche la sua di storia, senza nascondersi nella paura.