Una Cenerentola dei tempi moderni, la storica segretaria di Bernardo Caprotti, Germana Chiodi, balzata agli onori della cronaca, quando, in seguito alla morte del patron di Esselunga ha ereditato la metà dei suoi risparmi, ben 75 milioni.
Dopo una vita trascorsa costantemente accanto a Caprotti che di lei si fidava ciecamente e per lei nutriva grande considerazione, in seguito alla morte del suo datore di lavoro, la donna si è vista attribuire un attestato di stima che di certo non si aspettava.
Germana Chiodi, diventata dirigente a capo della squadra che compone la segreteria del gruppo, era diventata il consigliere di Caprotti e di fatto la sua figura ‘ombra’ nella gestione: si confrontava per le assunzioni così come per i licenziamenti e che negli anni era diventata la sua ombra e consigliera insostituibile.
Se l’Esselunga è un diventato un colosso, lo si deve anche a lei, all’alter ego di Bernardo Caprotti. Lo ha sempre difeso contro tutti, anche quando ha avuto problemi con i figli. Nonostante quel longevo rapporto così solido e forte, si sono sempre dati del lei.
La 69enne, in pensione dal 2008, era presente ancora in azienda come consulente ed era considerata la ‘memoria storica’ dei supermercati italiani, stando a quanto riferito da fonti vicine ai vertici aziendali, avrebbe deciso di lasciare l’azienda.
“Germana custodisce il ricchissimo archivio che narra anche le molte dolorose vicende familiari oltre che aziendali” aveva lasciato scritto nel testamento Caprotti.
Una storia, quella della Chiodi, che aveva trovato ampi spazi sui rotocalchi e che ha sortito fascino ed ammirazione tra le colleghe di reparto quotidianamente relegate tra pc, fotocopiatrice e il telefono che squilla di continuo.
La prima volta che è entrata negli uffici di Esselunga, Germana Chiodi non aveva nemmeno vent’anni. Dopo averne trascorsi quasi 50 dietro la scrivania del suo ufficio, ha chiuso la porta per sempre.
Era entrata in Esselunga come addetta alla contabilità per diventare poi segretaria di direzione e infine fidato braccio destro di Caprotti, non aveva mai smesso di collaborare con l’azienda come consulente.
Dopo la morte dell’imprenditore, il 30 settembre del 2016, il suo ruolo era stato ridimensionato, fino a giungere all’epilogo, avvenuto quasi in sordina. La Chiodi avrebbe definitivamente lasciato la sua scrivania sul finire di luglio e l’azienda non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica a riguardo, né le ha dedicato un commento o un ringraziamento pubblico.