Palermo, 26 luglio 1991 – Andrea Savoca era un bambino di appena 4 anni, che ha pagato con la vita la colpa di essere il figlio di Giuseppe Savoca, rapinatore di tir.
Andrea è un bambino di 4 anni che ha pagato con la vita gli errori del padre. Il piccolo Andrea, infatti, si trovava in braccio a suo padre quando questi venne ucciso nel luglio del ’91. Il padre di Andrea, Giuseppe Savoca, era un rapinatore di tir e fu ucciso per ordine dei capimafia Michelangelo La Barbera e Matteo Motisi per «uno sgarro fatto a qualcuno che non doveva essere toccato».
Lo «sgarro» probabilmente consisteva in alcune rapine a tir che trasportavano merci appartenenti a mafiosi o a commercianti che pagavano il pizzo.
La mafia, per mettere a segno quel regolamento di conti, non ha risparmiato la vita di Andrea, un bambino non solo estraneo ai fatti nei quali era coinvolto il padre e soprattutto incolpevole, in quanto neanche capace di capire, probabilmente, di cosa si occupasse il padre e che, ancor più probabilmente, non aveva mai sentito parlare della mafia.
Andrea, la mafia l’ha conosciuta quando ha fatto irruzione nella sua vita, per togliergli la vita. Poco importa che non fosse ancora giunta la sua ora, il piccolo è stato brutalmente ucciso insieme al padre. Forse i killer non lo hanno ucciso deliberatamente: suo fratello Massimiliano, infatti, pur essendo presente all’agguato, è rimasto illeso. Questo fatto documenta ancora una volta quanta poca considerazione sia riservata alla vita umana, anche quando è palesemente innocente e indifesa, da parte di chi vive nell’illegalità e nel rispetto delle regole della malavita.