Falconara Albanese (CS), 26 Luglio 1988 – Roberta Lanzino è una ragazza di appena 19 anni che quel pomeriggio ha fretta di raggiungere il mare e si avventura con il motorino per una ripida discesa che porta dritta alla costa. Una ragazza carina e intelligente, alle prese con gli studi universitari che quel pomeriggio ha già la testa in vacanza. Avverte i suoi genitori che li precederà in motorino nella villetta al mare di Torremezzo, frazione costiera di Falconara Albanese. Quel pomeriggio Roberta decide di prendere una scorciatoia. Non conosce bene la strada e chiede più volte indicazioni. Prima ferma un contadino, poi si affianca a un furgone. Incrocia altre auto e altre persone. Quello che accade dopo è tutt’oggi poco chiaro. L’auto dei Lanzino arriva a Torremezzo, ma Roberta non c’è.
Dopo alcune perlustrazioni vane, avvertono i carabinieri. Solo al mattino successivo si scopre il cadavere della ragazza, nascosto dietro un cespuglio. La ragazza è seminuda, i suoi jeans sono stati tagliati per strapparli via. Roberta è stata picchiata brutalmente.
Ha lottato con tutte le sue forze, ma alla fine ha dovuto cedere sopraffatta da uno o più assalitori. Per farla stare zitta le hanno messo in bocca due spalline da donna, che presto l’hanno soffocata. Poi almeno due tagli alla nuca, con un coltello premuto contro il corpo mentre la violentano. Infine almeno tre coltellate. Una ferita alla gola le ha reciso la giugulare e ha provocato un’imponente emorragia.
La prima fase delle indagini porta a un nulla di fatto: tutte le persone incriminate vengono rilasciate perchè gli indizi non sono sufficienti. Inoltre alcuni reperti fondamentali per le indagini vengono trovati in ritardo e mal conservati. Per anni la famiglia Lanzino continua pubblicamente a chiedere giustizia per Roberta, accusando anche la magistratura di colpevoli ritardi, ma bisognerà aspettare il 2007 perchè il pentito Franco Pino faccia delle rivelazioni che portano alla riapertura del caso: Franco Sansone viene incriminato per l’omicidio di Roberta. Il processo si apre nel 2009, ma sorgono di nuovo ostacoli, depistaggi e intrighi; alcuni dei reperti, già mal conservati all’epoca, addirittura scompaiono. Dalla tragica morte di Roberta sono nati la Fondazione e il Centro Lanzino, un fronte importante nella lotta contro la violenza sulle donne e nel mantenere viva la memoria di Roberta.
“Chi la conosceva, sa come lei fosse piena di vita, allegra, dedita alla famiglia e agli amici, gioiosa e schietta. Il ricordo che ha lasciato è esattamente come lei, pieno di gioia”. Così la ricorda mamma Matilde che sa bene come spesso la verità giudiziaria sia una verità , ma non è “la verità”. La sua forza è nel ricordo incessante della figlia, all’inizio del suo percorso universitario in Scienze Economiche e Sociali, appassionata di radio, folk e pallacanestro.