Da diversi giorni, nonostante il clima di accertata e diffusa siccità che si respira in Campania, nel Rione De Gasperi di Ponticelli si registrava la presenza di una pozza di acqua putrida e maleodorante, proprio nei pressi della sede dell’associazione intitolata alla Madonna dell’Arco, chiusa da quando, dalle colonne fecali degli appartamenti tumulati dello stesso palazzo, grondano autentiche cascate di liquami che hanno completamente inondato la sede, rendendola impraticabile.
Analoga sorte per molti degli appartamenti ancora abitati e che provano a sopravvivere tra i disagi ulteriormente aggravati dalle continue infiltrazioni d’acqua, oltre che dalle perdite di liquami dalle tubature fognarie.
Quel lago di acqua putrida e maleodorante che si scorgeva in superficie, altro non era che “un invito ad intervenire” per appurare cosa ci fosse sotto quella evidente e consistente perdita: questo lo spettacolo che si è palesato ai tecnici del comune di Napoli, giunti nel rione per far fronte a quell’emergenza insorta nel cuore degli isolati in parte già sfollati, nei quali abitano le famiglie ansiose di scoprire quale destino li attende, allorquando l’amministrazione darà luogo al tanto atteso piano di abbattimento e definitivo sfollamento. Un dato che certifica la volontà di demolire quella zona e non di riqualificarla e, a giudicare dallo stato di salute delle tubature che si ramificano nelle viscere del rione, appare la decisione più saggia e parsimoniosa.
Tubature datate quelle dell’impianto idrico e fognario che adempiono alle loro rispettive mansioni dagli anni ’50 e che nel corso di più di mezzo secolo, hanno puntualmente subito rattoppi ed aggiusti, ma non sono mai state sostituite. Tubature tagliate, solcate, abrase dai segni del tempo, stanche di sorreggere il continuo flusso d’acqua fognaria e corrente, così come dimostrano i tanti rattoppi già presenti, ai quali è andato ad addizionarsi quello effettuato durante la mattinata di venerdì 21 luglio. Fascette strette intorno alle obsolete tubature, per provare quantomeno a tamponare le perdite d’acqua, ma si tratta di un rattoppo approssimativo che limita i danni, ma non risolve il problema.
Così come gli stessi tecnici giunti nel rione per effettuare l’intervento hanno spiegato, sarebbe necessario effettuare una verifica complessiva dello stato di salute dell’intero impianto idrico e fognario del Rione De Gasperi, in quanto, non è da escludere che, in altri punti, possano essere in corso delle perdite.
La fuoriuscita di acqua e/o liquami dall’asfalto o dai tombini, rappresenta “l’ultimo stadio” di un pericoloso processo di corrosione che concorre ad indebolire le fondamenta degli isolati del rione, oltrepassati da quel silenzioso e pericoloso fiume sotterraneo.
La presenza d’acqua al di sotto delle fondamenta di diversi isolati è un dato non solo acquisito, ma anche confermato dal continuo straripamento, nel vero senso del termine, di acqua corrente e liquami dalle pareti di diversi appartamenti e dai tombini che stanziano in diverse zone sensibili a questa problematica. Poche settimane fa, nell’Isolato 2, parte del manto stradale è franato, creando una profonda buca, nella quale, inavvertitamente, è caduto un bambino che è stato costretto a sottoporsi a lavanda gastrica, in quanto, preso dal panico, ha ingerito dell’acqua che stanziava nella stessa buca in cui è precipitato.
Basta osservare la pozza d’acqua originata dalla recente perdita per comprendere come e in che modo quel flusso di liquami rappresenti una seria minaccia non solo per le tubature che ormai hanno fatto il loro corso, ma soprattutto per le fondamenta dei palazzi e la sicurezza della strada.
Quali provvedimenti verranno adottati, in tale ottica, in vista dell’imminente piano di assegnazione ed abbattimento?
Acquisito che una parte del rione verrà sfollata ed abbattuta, quali interventi di messa in sicurezza verranno attuati per garantire alle persone che continueranno a vivere nel Rione De Gasperi di condurre un’esistenza quantomeno dignitosa?