Giugliano in Campania, 23 luglio 1980 – Pasquale Russo è un contadino di 82 anni, nonostante l’età avanzata, si reca tutti giorni al mercato di Giugliano. Guidando il suo vecchio moto-ape, l’anziano contadino preferiva vendere direttamente i prodotti della sua terra. Il 23 luglio 1980 Pasquale viene colpito da alcuni proiettili vaganti. Ricoverato al Cardarelli per le ferite riportate alle gambe, muore dopo poche ore. L’obiettivo dei killer era un boss della zona, Enrico Sciorio. Poco prima dell’attentato due giovani su una grossa moto avevano fatto un primo sopralluogo, successivamente uno dei due killer raggiunse a piedi la persona da eliminare e, dopo averlo chiamato per nome, cominciò a sparare all’impazzata.
Un altro proiettile ferisce alla gamba sinistra, non gravemente, il facchino Antonio Ferraro di 51 anni: ne avrà per 10 giorni. Una scheggia di piombo lambisce di striscio al naso il diciassettenne Vincenzo Mancini, studente e garzone al mercato per raggranellare un po’ di soldi.
Intorno agli spari, urla, terrore e gente che fugge in preda al panico. Era il primo pomeriggio di una calda giornata d’estate e il mercato stava sfollando dopo la frenetica attività di ogni mattino: la tragedia improvvisa e spietata lascia tutti senza fiato.
Un anziano contadino è morto senza colpa: poteva toccare a chiunque poteva essere una strage. Poco importa che sul selciato, oltre al boss designato, colpito a entrambe le gambe, restassero altri feriti e un uomo morto “per caso”.