Una denuncia che ha sconcertato e scioccato l’intera città di Napoli, quella della 15enne vittima di abusi sessuali da parte di un branco di minori, in pieno giorno, in uno dei luoghi più gettonati della costa partenopea da parte di persone alla ricerca di un’oasi di refrigerio durante le giornate più calde dell’anno: lo scoglione di Marechiaro.
Una delle zone più signorili della città , si macchia di uno degli episodi di violenza più crudi della storia della cronaca contemporanea.
Una violenza maturata qualche mese fa ed emersa solo negli ultimi giorni, insieme ai dettagli più agghiaccianti.
La giovane studentessa di 15 anni di via Petrarca di Marechiaro sul finire del maggio scorso.
Grazie al racconto della giovane vittima è stato possibile ricostruire la dinamica dei fatti: la ragazza, quella domenica, era in compagnia di un gruppo di amici, ai quali si erano aggregati anche i tre minorenni che dopo aver “attaccato bottone” con qualche battuta e quattro chiacchiere, l’avrebbero condotta in un luogo isolato con il pretesto di offrirle riparo dal caldo, per poi palparla e violentarla, seppure soltanto uno dei tre sia riuscito a consumare un rapporto completo, dopodiché si è dileguato nel nulla.
Inoltre è stata la stessa vittima a risalire all’identità dei suoi aguzzini, indagando su Facebook. Li ha riconosciuti e poi mostrati alla madre, alla quale è riuscita a confessare l’orrore subito solo dopo diversi giorni, spinta da un’amica alla quale si era confidata.
Ai carabinieri i suoi familiari hanno portato nomi e cognomi, ed un racconto crudo, terribile, di quanto accaduto.
Come riferito dalla vittima, soltanto uno di loro è riuscito ad avere con lei un rapporto completo. Pare si tratti di un 16enne di Forcella, che fa il barista. Indagati con lui anche un coetaneo di Capodichino ed un 17enne. Il pm ha disposto che la giovane debba riconoscerli dal vivo. Le indagini confronteranno anche il dna dei presunti orchi con residui di liquidi ritrovati sulla ragazza.