Il 13 agosto del 2005, in una calda sera di agosto, a Napoli nella centralissima via Toledo, all’uscita del noto pub “Lander Suisse”, si verificò una violentissima aggressione con calci, pugni e mazze da baseball di cui fu vittima Raffaele Iannaccone che entrò in coma a causa di un trauma cranico e rimase in stato vegetativo per sei mesi, difatti, morì nel febbraio del 2016.
A far luce su questo gravissimo fatto di sangue, a distanza di anni e nel corso del tempo, sono intervenute le dichiarazioni di quattro pentiti, ex appartenenti ai clan De Biase e Terracciano: Martusciello Carmine, Scala Salvatore, Gallozzi Vincenzo e, più di recente, Buccino Rosario.
Tutti e quattro hanno individuato concordemente quali esecutori del delitto Terracciano Eduardo, Terracciano Francesco ed Equabile Salvatore. In particolare, peso indiziante maggiore hanno rivestito le dichiarazioni accusatorie rese da Buccino Rosario, il quale ha mosso specifiche accuse al suo ex cognato Equabile Salvatore, riferendo al Pubblico Ministero che la sera dell’omicidio “Sasà” si sarebbe recato da lui “tutto agitato”, confessando di aver eseguito il violentissimo pestaggio insieme a Terracciano Eduardo.
Le propalazioni del pentito Buccino erano molto insidiose per la difesa in quanto si era portati a ritenerle attendibili in quanto il destinatario delle sue accuse era in particolare un soggetto, quale Equabile Salvatore, a lui legato da uno stretto rapporto di parentela, essendone cognato.
Dopo un meticoloso lavoro investigativo e grazie alle plurime dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, la direzione distrettuale antimafia di Napoli aveva ottenuto la emissione delle ordinanze di custodia cautelare per il delitto di omicidio aggravato dall’essere di natura mafiosa.
D’altronde gli accusati erano pluripregiudicati; non solo, Equabile Salvatore e Terracciano Edoardo risultavano essere stati definitivamente condannati per appartenenza al clan Terracciano, proprio quel gruppo nel cui interesse fu commesso l’omicidio, oltre ad essersi resi entrambi latitanti per molti anni dopo l’omicidio.
Ma, ieri, in accoglimento di due articolati ed approfonditi ricorsi, armonicamente intrecciatisi, redatti dagli avvocati Dario Vannetiello e Gennaro Pecoraro, il Tribunale di Napoli – decima sezione riesame – ha annullato le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di Terracciano Edoardo ed Equabile Salvatore.
La ragione del brutale pestaggio, secondo gli inquirenti, era da ricercare nel mancato pagamento da parte Iannaccone di somme di denaro in favore di alcune donne del clan Terracciano, soldi dovuti per cessioni di quantitativi di sostanza stupefacente.
Essendoci nei “quartieri spagnoli” la contrapposizione tra il clan De Biasi ed il clan Terracciano, la direzione distrettuale ritiene che tale omicidio sia di stampo camorristico non solo per le modalità in cui accadde, ma anche perché, scrive il Gip, sarebbe “stato finalizzato ad affermare la vigile e costante presenza del clan Terracciano sul territorio”.