Capo di un’organizzazione di trafficanti di droga che riforniva le piazze di spaccio a Napoli e in diverse altre città: questa l’accusa contestata a Gennaro De Tommaso, noto con il soprannome di Genny `a Carogna, l’ex ultrà del Napoli che fu protagonista della “trattativa” andata in onda in diretta nazionale, prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, nel maggio del 2014.
Poco prima della partita, tre tifosi del Napoli, rimasero feriti da diversi colpi d’arma da fuoco, esplosi da Daniele De Santis, ex ultrà romanista. Ciro Esposito, trentenne di Scampia, fu l’unico a riportare conseguenze più serie, trasportato d’urgenza all’ospedale Gemelli di Roma, dove morì dopo 62 giorni di agonia, e soccorso, tra i primi, proprio dal De Tommaso che, una volta entrato nello stadio Olimpico, comunicò al capitano del Napoli Marek Hamsik e alle altre persone coinvolte nella fantomatica “trattativa” che gli esponenti della tifoseria organizzata partenopea volevano rassicurazioni in merito al fatto che il giovane ferito fosse ancora vivo, diversamente non avrebbero “gradito” che la partita venisse disputata.
Una figura che destò tanto scalpore e che conquistò le copertine dei tabloid di tutto il mondo, quella di “Genny ‘a Carogna”, tornata alla ribalta durante la giornata di lunedì 17 luglio, in quanto coinvolto in una operazione dei carabinieri che hanno eseguito 17 misure cautelari.
De Tommaso, detenuto ai domiciliari – sempre per fatti di droga – nella sua casa a Forcella, nel centro antico di Napoli, dove i carabinieri del Comando provinciale lo hanno arrestato per riportarlo a Poggioreale.
Dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, sono emersi collegamenti tra fornitori di droga olandesi e il gruppo criminale di Forcella capeggiato da Gennaro De Tommaso. L’organizzazione gestiva l’importazione e il trasporto in Italia su autoarticolati di ingenti quantitativi di marijuana e `amnesia´ e teneva i rapporti con i capi e gestori di numerose piazze di spaccio sul territorio napoletano e nazionale. Gli inquirenti hanno accertato, in continuità con l’operazione che a gennaio portò a circa 100 arresti, «stabili contatti tra acquirenti di marijuana dei De Tommaso ed esponenti dello spaccio al dettaglio del rione Traiano».
Complessivamente sono 17 le ordinanze cautelari (14 il carcere e 3 ai domiciliari) con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti eseguite dai carabinieri. I fatti contestati si riferiscono a un arco di tempo che va dal luglio 2014 al maggio 2015.
Tra gli arrestati figura anche Gaetano De Tommaso, zio di Gennaro, ritenuto insieme con la `Carogna´, a capo della cosca. Un ruolo di acquirenti di ingenti quantitativi di droga è attribuito a Vincenzo Gravina e Alessandro Caldiero, che tramite gli emissari Giovanni Orabona e Mariano Esposito, avrebbero rifornito una delle più importanti piazze di spaccio di Napoli, al Rione Traiano.
Le indagini si sono avvalse di intercettazioni telefoniche ed ambientali in cui vi sono continui riferimenti all’acquisto di droga. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno sequestrato importanti quantitativi di marijuana proveniente dall’Olanda e arrestato due corrieri – Pasquale Funzione e Giuseppe Conte – rispettivamente nel dicembre 2014 e nel febbraio dell’anno successivo.