Casoria, 26 giugno 2012 – Andrea Nollino, barista di 42 anni di Casoria, finisce per errore sotto i colpi dei sicari. L’uomo, che aveva appena aperto il locale davanti alla Basilica di San Mauro, è diventato il bersaglio accidentale dei killer, due uomini a bordo di una moto che stavano inseguendo un uomo su una Ford Ka.
Non doveva essere ucciso lui, ma qualcuno che gli somigliava o qualcuno tanto vicino a lui da giustificare quel proiettile vagante. O forse non è andata così. C’ è chi avanza altre ipotesi: le analisi balistiche dimostrerebbero che i proiettili sarebbero stati diretti tutti, e con una certa precisione, proprio in direzione di Andrea Nollino e non, come si era pensato, in direzione della Ford Ka gialla.
Andrea arriva presto al suo bar, alle sette apre la saracinesca e inizia pulire per terra. Due uomini arrivano e sparano con una pistola mitragliatrice. Tutto è avvenuto nello slargo San Mauro, dove c’ è il bar di Andrea e di suo fratello, al primo piano vive la famiglia, la chiesa dove si sono svolti i suoi funerali è lì di fronte.
I figli di Andrea, Raffaele e Carmen, erano presenti al funerale, non la più piccola, di appena 4 anni. Al corteo funebre hanno partecipato in moltissimi, qualche urla, tanti applausi, un gesto che tende a sfogare la rabbia, ma forse di più a omaggiare un lavoratore, un padre di famiglia, morto mentre stava facendo il proprio dovere.
L’Italia ha quasi del tutto ignorato la notizia della morte di Andrea: ne hanno parlato più o meno diffusamente i media locali, un cenno in quelli nazionali. Nessuna apertura dei tg, niente prime pagine dei quotidiani.