Il mercato della droga continua ad essere il business che più di ogni altro alimenta le finanze della camorra a Ponticelli, quartiere della periferia orientale che nel corso degli ultimi anni risulta particolarmente animato dalla lotta tra Stato e malavita, dove le forze dell’ordine continuamente smantellano le piazze di spaccio generate da pusher “autonomi” o legati ai cartelli criminali del quartiere, a suon di arresti.
L’ultimo round di questo perenne braccio di ferro è andato in scena durante la serata di venerdì 16 giugno, quando gli agenti del commissariato Ponticelli in collaborazione con gli agenti di San Giovanni a Teduccio hanno arrestato Fabio Maresca, 45enne originario di Brescia, e Annalisa Di Vilio, 31enne originaria di Caserta, per i reati di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
I poliziotti in seguito ad accurate indagini sono intervenuti nella tarda serata in Via Angelo Camillo de Meis, nell’appartamento della coppia. Gli agenti durante il controllo hanno notato che, all’interno di una stanza adibita a ripostiglio, fuoriusciva un raggio di luce dall’anta chiusa di un armadio. I poliziotti, aperta l’anta, hanno scoperto una porticina che conduceva ad una serra che, l’uomo aveva creato costruendo un’intercapedine di cartongesso nella stanza.
All’interno della “nursery” gli agenti hanno scoperto piante di marijuana in crescita e tutto l’occorrente per la germinazione prima di essere poste all’esterno, sul terrazzo di copertura dell’appartamento.
Un modello di spaccio tutt’altro che inedito e che introduce un nuovo modo di percepire e praticare il business della droga.
Le statistiche nazionali riportano che il fenomeno della coltivazione della marijuana direttamente in loco è un fenomeno in ascesa, oltre che più redditizio per le organizzazioni, in quanto azzera “le spese di trasporto” compresi tutti i pericoli annessi.
La coltivazione della marijuana “indoor” sta diventando, quindi, una pratica sempre più frequente che permette al “pusher-coltivatore” di crearsi un vero e proprio pacco clienti, sicuri, “fidati” e soprattutto disposti a sborsare qualsiasi cifra per assicurarsi “dell’erba buona”.
La facilità con la quale si può diventare “pusher-coltivatori” è direttamente proporzionale alla semplicità con la quale si reperiscono notizie ed informazioni per indottrinarsi da autodidatta: il web è pieno di tutorial, video, testi che guidano alla coltivazione della marijuana, dalla “a” alla “z”. Senza tralasciare un aspetto tutt’altro che irrilevante: i semi possono essere acquistati anche online.
Un’altra costante che si ripete con frequente incidenza è quella della coppia, uomo-donna, che difficilmente può destare sospetti e proprio per questo conta di poter agire indisturbata. La figura del classico pusher che presidia una piazza o del modello di spaccio “classico” strutturato all’interno di un contesto come le Vele di Scampia, per intenderci, appare un modello superato o comunque accantonato dai pusher di oggi.
Le piazze di spaccio mobili, la consegna a domicilio, la droga ordinata tramite sms e consegnata direttamente in locali e luoghi di ritrovo e, soprattutto, l’utilizzo dei bambini e le coppie-pusher: queste le nuove figure che si contendono il mercato della droga tra centro storico e periferia napoletana.
Le coppie di “pusher-imprenditori” sono particolarmente incisive durante i periodi estivi, quando possono agganciare indisturbati centinaia di giovani, mentre sorseggiano una birra ghiacciata per strada piuttosto che all’esterno dei bar e dei luoghi di ritrovo più acclamati e che fungono da grande attrattore per il popolo della notte.
Lo status di coppia, infatti, gli consente di mimetizzarsi tra gli avventori, senza imbattersi in particolari problemi, in quanto, a tutti gli effetti, risultano semplicemente due innamorati come tanti che si stanno godendo una spensierata serata estiva. Agganciare i giovani e piazzare la droga diventa, così, un gioco da ragazzi.
In virtù dello stesso principio, nessuno avrebbe sospettato della coppia arrestata a Ponticelli e che, invece, coltivava nell’armadio di casa una vera e propria serra di marijuana.