Ritorna l’incubo della meningite. Un nuovo caso si è verificato in Campania: un ragazzo di 17 anni, residente nel quartiere Posillipo, è stato ricoverato al Cotugno nella notte tra sabato 10 e domenica 11 giugno per un’infezione dovuta al batterio della meningite (Neisseria).
Il giovane è in rianimazione, ma non è intubato, respira autonomamente ed è stato sottoposto a terapia intensiva per la concomitante iniziale sepsi e un focolaio d’infezione a un polmone.
«Le sue condizioni sono stabili e sta rispondendo bene alle terapie con un miglioramento degli indici infiammatori». Con queste premesse, anche se la prognosi resta riservata, prevale un certo ottimismo nei sanitari che l’hanno in cura. Il ragazzo avrebbe partecipato nei giorni scorsi a una festa di compleanno a Pesaro ed era in viaggio con i genitori verso una meta turistica del Cilento. Colpito da febbre alta è giunto nella serata di sabato al pronto soccorso dell’ospedale di Vallo della Lucania. Qui i sanitari di turno, visti i tipici sintomi di una sepsi, dopo i primi esami e il prelievo del liquor hanno immediatamente disposto il trasferimento al Cotugno tramite il 118. Il giovane è tempestivamente giunto all’ospedale collinare di Napoli nella notte tra sabato e domenica dove è stato ricoverato in rianimazione. Sul liquor è stata effettuata l’analisi Pcr (amplificazione genica) per l’individuazione dei germi causa dell’infezione. Il test è risultato positivo per la Neisseria della meningite. È ora in corso un esame colturale che dovrebbe fornire il responso sul ceppo responsabile dell’infezione.
Grazie ad un laboratorio super attrezzato che fa il paio con quello del Monaldi, il Cotugno è una delle poche strutture in Italia e l’unica al Sud in grado di differenziare correttamente un’infezione da meningococco, da pneumococco o virale, identificando anche i sottotipi del microrganismo. Il ragazzo giunto al Cotugno, in base alle notizie raccolte dai sanitari, sarebbe già vaccinato per la meningite di tipo C (quella recentemente introdotta come obbligatoria nel calendario del ministero della Salute). S’ipotizza dunque che l’origine dell’infezione sia un altro ceppo tra i più comuni (ossia B, A, Y e W135). Per tutti esiste una vaccinazione, specifica per il tipo B, tetravalente per gli altri sottotipi in cui è compresa anche quella per il ceppo C. Intanto sono scattate le misure di profilassi al liceo Mercalli, dove il ragazzo frequenta il terzo anno. Una mail della Asl, inviata ai docenti, genitori e al personale in servizio allo scientifico di via Andrea d’Isernia segnala la sospensione delle attività per oggi, in via precauzionale.
Per l’intera mattinata l’istituto è rimasto chiuso per la profilassi sanitaria. Misure che in questi casi consistono in una prolungata aerazione dei locali (iniziata già nella giornata di domenica) sufficiente a diluire l’aria e far sparire il germe della meningite che, al di fuori dell’organismo, è labile. A ciò sarà aggiunto un intervento di pulizia e sanificazione. Il vicepreside del Mercalli, Pasquale Cava, invita tutti a mantenere la calma: «La situazione è sotto controllo – ha dichiarato a Il Mattino – aspettiamo che la Asl ci dia ulteriori indicazioni sul da farsi, evitiamo inutili allarmismi». Per i compagni di classe e gli insegnanti del ragazzo è già stata avviata la profilassi antibiotica che consiste nella somministrazione, in una singola dose, di una compressa da 500 mg di un comune antibiotico, che va sempre prescritto dal medico di famiglia.
La vaccinazione è lo strumento più efficace per la prevenzione della meningite batterica, ma quella contro il solo ceppo C praticata dal ragazzo napoletano ricoverato al Cotugno non è bastata a proteggerlo. La Regione Campania dall’11 gennaio scorso ha introdotto l’offerta attiva e gratuita anche del vaccino tetravalente contro il meningococco dei ceppi A, C, Y e W135 e dal 13° al 15° anno di vita e dai 12 ai 18 anni. Quella contro il meningococco B prevede schede vaccinali differenti per numero di dosi, a seconda dell’età di vaccinazione. Finora il siero era offerto in co-pagamento (l’utente pagava solo il costo del vaccino alla Asl mentre la prestazione era gratuita) ma ora, grazie all’attivazione del nuovo Piano nazionale vaccini, è stata estesa l’offerta gratuita a tutte le regioni.