Un anno fa, durante il pomeriggio del 7 giugno 2016, nel Lotto O di Ponticelli si consumò un feroce agguato di camorra.
Due giovanissimi killer, giunti a piedi nel rione e con il volto scoperto, fecero irruzione nel circolo ricreativo di via Cleopatra, di proprietà di Umberto De Luca Bossa, figlio di Antonio De Luca Bossa, meglio conosciuto come “Tonino ‘o sicc’”, prima sanguinario killer dei Sarno e poi boss del clan da lui stesso fondato, attualmente detenuto in regime di 41 bis.
Il bersaglio dei killer è il boss dei Barbudos Raffaele Cepparulo, reggente del clan insorto nel Rione Sanità, che da diverse settimane aveva trovato protezione e rifugio proprio nel Lotto O.
I due killer irrompono nel circoletto simulando una rapina, mentre uno tiene sotto tiro i presenti nel circolato, l’altro, entrato dalla porta secondaria, mette a segno l’agguato colpendo mortalmente “Ultimo”, questo il soprannome del leader del clan che identifica nei tatuaggi e nella barba folta il proprio tratto distintivo ed identificativo.
Anche il 19enne Ciro Colonna è in quel circolo ricreativo. Mentre cercava di fuggire, gli cadono gli occhiali da vista e il gesto istintivo di chinarsi per raccoglierli, sancisce la sua condanna a morte: uno dei due killer pensa che sta cercando di raccogliere un’arma. Così, gli spara contro un colpo a bruciapelo che lo raggiunge dritto al petto.
Nell’area verde che si trova all’esterno del circoletto, c’erano tanti bambini che andavano in bicicletta, che giocavano con la palla.
Il pensiero, i sacrifici e le preghiere delle madri del Lotto O, un anno fa, oggi e sempre, sono rivolti esclusivamente a loro: ai bambini.
Madri coraggiose, forti e pronte a tutto, pur di garantire un futuro diverso e migliore ai loro figli. E per riuscirci, ripongono nella scuola, tutte le loro aspettative.
La scuola: il primo tassello, il più importante per indirizzare, fin dai primi passi, i bambini verso la strada giusta.
Infatti, dati statistici confermano e dimostrano che sono ridotte ai minimi termini le possibilità che un bambino che ha frequentato l’asilo nido, scelga di delinquere una volta diventato adulto.
L’asilo nido: il più grande tormento delle madri del Lotto O, il rione in cui, un anno fa, un ragazzo di 19 anni è stato ucciso per errore dalla camorra.
L’asilo nido nel Lotto O di Ponticelli c’è. Il 30 giugno chiuderà e non si sa ancora quando riaprirà. I fondi Pac utilizzati per tenerlo in vita sono terminati e mentre l’amministrazione cerca altri fondi da destinare a questa causa, le madri del Lotto O ripiombano nell’incubo della paura.
Perché, come comprova quello che è accaduto un anno fa, d’estate è lecito, in certi luoghi, aver paura di lasciare che i propri figli giochino per strada. Il nido, infatti, negli anni precedenti, restava chiuso solo per pochi giorni ad agosto, coprendo anche la stagione estiva.
Le iscrizioni per l’anno 2017/2018 sono aperte, seppure queste madri non sanno ancora quando il nido effettivamente riaprirà.
Un’incertezza che non angoscia solo le madri dei bambini che frequentano la struttura, ma anche quelle che sanno di dover portare i loro bambini all’asilo dal prossimo anno, a dimostrazione di quanto sentano loro quel presidio di legalità e coinvolge anche le madri che non vivono nel rione, ma che, abbattendo pregiudizi e reticenze, portano lì i loro bambini, a dimostrazione della pregevole qualità dei servizi offerti dalla struttura.
Lo scorso inverno, tra l’altro, durante le festività natalizie il nido è stato bersaglio di diversi raid notturni che ne hanno ritardato l’apertura e che hanno costretto i genitori ad organizzare delle ronde per salvaguardare quella struttura e sventare il pericolo di altri attacchi.
Il nido è stato preso di mira: forse fa gola alla camorra o forse quella struttura serve per adempiere ad altri scopi. Oppure, consapevoli del dolo che arreca alla malavita l’istruzione fin dai primi vagiti, semplicemente, il nido deve cessare di esistere per favorire le logiche criminali del posto.
Un anno dopo quella tragedia, tutto il rione, tutto il quartiere, l’intera città, avrebbero dovuto affiancare le madri del Lotto O e fare loro quest’appello: aprite al più presto il nido, per tenere i bambini lontano dalla strada e crescerli nel segno della legalità.
Perché questo, nel Lotto O di Ponticelli, oggi, vuol dire “difendere la vita” ed operare nel segno della legalità.