Dopo una settimana di calma apparente, si torna a sparare nel napoletano.
Si spara, ancora una volta, in strada e in pieno giorno. Un pregiudicato è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in un agguato poco prima delle 14 di sabato 3 giugno ad Afragola, comune della provincia di Napoli che s’incastona nell’orbita dello scenario camorristico che tanto rumore sta facendo registrare attualmente.
L’agguato è avvenuto sulla Statale Sannitica, all’altezza del Vico Montegallo, nei pressi di una sala bingo. La vittima è Remigio Sciarra, 52 anni, residente a Cardito.
Sciarra viaggiava in auto insieme alla moglie 50enne, ferita a una mano, e al figlio di undici anni che era seduto nella parte posteriore del mezzo insieme a un amico. I due minori sono rimasti illesi.
Arrestato 10 anni fa per estorsione nei confronti di un imprenditore, Sciarra è ritenuto vicino al clan Cennamo.
Ucciso davanti alla moglie, al figlio di 11 anni e a un amichetto del bambino. Un uomo è stato raggiunto da colpi di pistola, nel Napoletano, mentre era a bordo della sua auto. 7 vittime in 10 giorni: la camorra torna a colpire e negli ultimi giorni c’è stata un’escalation di violenza nel Napoletano.
Quello avvenuto ad Afragola è il settimo agguato, avvenuto tra Napoli e provincia, negli ultimi 10 giorni. Il primo risale al 25 maggio e si è consumato ancora ad Afragola, come nel caso dell’omicidio di Sciarra. In via Benedetto Croce, gli agenti della polizia di Stato hanno trovato il corpo senza vita di Salvatore Caputo, 72 anni, già noto alle forze dell’ordine. Il corpo era in auto, diverse le ferite da colpi di arma da fuoco su tutto il corpo.
Poche ore dopo, a Giugliano in Campania, padre e figlio, Vincenzo ed Emanuele Staterini, rispettivamente 51 e 30 anni, sono stati uccisi in un agguato all’interno di una tabaccheria in corso Campania. I due sono stati raggiunti da una persona scesa da uno scooter che, con il volto coperto, ha esploso diversi colpi di arma da fuoco, uccidendoli entrambi. Il killer è poi fuggito con un complice. Le vittime erano originarie del Rione Sanità, ma vivevano a Giugliano da diversi anni.
Nella notte tra il 26 e il 27 maggio, stavolta nel centro di Napoli, in una delle zone maggiormente battute dalla movida cittadina: Carmine Picale, 29 anni, viene raggiunto da un sicario mentre si trova in un pub della Riviera di Chiaia. Un uomo con volto coperto da un passamontagna che lo ha ferito mortalmente esplodendogli contro diversi colpi di pistola. Picale è morto poco dopo nell’ospedale Loreto Mare, dove era stato trasportato da alcuni amici.
Poche ore dopo, il 27 maggio, si consuma un altro doppio omicidio: il 45enne Carlo Nappello e il nipote 23enne, con il quale condivideva nome e cognome: i due, già noti alle forze dell’ordine e considerati dagli investigatori vicini al clan camorristico dei Lo Russo, sono stati uccisi in via Vincenzo Valente, nel quartiere Miano a Napoli, mentre erano a bordo di uno scooter. Almeno 20 i colpi di arma da fuoco esplosi con una semiautomatica da due persone che hanno probabilmente affiancato le vittime con uno scooter. Il duplice omicidio ha portato all’intensificazione del controllo del territorio da parte di carabinieri e polizia: il 30 maggio tre giovani tra i 19 e i 25 anni, pregiudicati, sono stati arrestati al termine di un inseguimento in via Janfolla, durante il quale in due hanno puntato una pistola contro i Carabinieri, desistendo subito dopo e venendo disarmati e immobilizzati.