La visuale dall’alto di una parte del Rione De Gasperi di Ponticelli, consegna un quadro nitido ed attendibile della situazione di emergenza in cui vivono “i reduci” del primo blocco di assegnazione dei nuovi alloggi.
Gli isolati parzialmente sfollati, in parte ancora abitati e in parte costretti ad accogliere gli appartamenti tumulati, per evitarne l’occupazione abusiva, possono essere paragonabili al corpo, esausto e tumefatto, di un pugile in agonia che, dopo aver incassato infiniti colpi, stanco di reggersi sulle gambe, aspetta “il colpo di grazia per andare al tappeto”, ma “quell’ultimo colpo”, tarda ad arrivare e, così, dalle sue ferite continua a zampillare sangue, protraendone ed amplificandone le sofferenze.
In attesa di sapere di che morte moriranno, quegli edifici, versano in una condizione di fatiscenza che degenera di giorno in giorno: al degrado morale introdotto dalle case tumulate, si è aggiunto quello materiale, in quanto le abitazioni vengono saccheggiate da ladruncoli in cerca di ferro, rame e legna, che aggiungono a polvere, macerie, immondizia disseminata ovunque, altri disagi al di per sé già compromesso senso del decoro che regna nel quartiere.
Quello che resta di una sorta di “area verde” all’interno della quale spesso i bambini si recano a giocare è un contenitore di fonti di pericolo: nessuna recinzione o staccionata impedisce di “saltare” direttamente sulla strada che separa
l’isolato 20 e il 21, tantissimi i rifiuti gettati lì, ferro, cocci di vetro e altri materiali pericolosi per i bambini, senza tralasciare la facilità con la quale i bambini possono introdursi nelle case tumulate dei piani rialzati, entrando dalle finestre, forzate per saccheggiare gli appartamenti, dai quali si denota chiaramente che sono state perfino sradicate le tubature dell’acqua e del gas dalle pareti, per “fare volume” e raggiungere un quantitativo consistente di ferro, alluminio e rame da vendere a coloro che hanno messo in piedi un autentico “mercato silenzioso”, basato sulla compravendita di metalli, ragion per cui il rame “va a ruba”, lungo i binari delle stazioni ferroviarie e gli impianti d’illuminazione pubblica, vedi il Parco De Simone di Ponticelli, da anni privo di illuminazione proprio per questa ragione.
Calcinacci, ammassi di ferro e vetro, oltre alla dilagante presenza di materiale arrugginito e/o appuntito: questo lo scenario che contraddistingue una delle “aree giochi” dei bambini del Rione De Gasperi di Ponticelli che, seppure le madri
dissuadano dal frequentare, come loro stessi raccontano, sono inevitabilmente attratti dal “brivido del pericolo” e dal desiderio di spingersi alla scoperta di quell’area proibita.
Il panorama che si scorge dal tetto dell’Isolato 21 analogamente racconta un rione in balia dell’immondizia e di innumerevoli fonti di pericolo.
Percorrendo le scale che portano sul tetto dell’Isolato 21 è già chiaro “a cosa si sta andando incontro”: la porta d’accesso alla “terrazza panoramica” è sempre aperta, chiunque può liberamente accedervi, dai bambini ai malintenzionati. In diversi punti, non solo di quell’edificio, le guaine di copertura si stanno staccando, quelle esterne rischiano di franare giù in qualsiasi momento, rappresentano, quindi, un pericolo effettivo.
Si scorge soprattutto la presenza dell’amianto, più che confermata, secondo quanto riferito da diversi abitanti del rione.
Qualche anno fa, gli abitanti del De Gasperi hanno ricevuto una comunicazione in cui si faceva riferimento proprio alla presenza di amianto negli appartamenti.
Tantissime persone che vivono nel De Gasperi raccontano di uomini con tanto di tuta e mascherine che giungono nelle loro case quando c’è bisogno di effettuare degli interventi di manutenzione alle colonne fecali, in particolare e che gli avrebbero confermato di occupare delle abitazioni sature di amianto.
Infine, lo stato di degrado che dilaga nel rione ha attirato altro degrado: innumerevoli le persone che convergono dai comuni limitrofi e dalle altre zone del quartiere per sversare rifiuti di tutti i tipi e che stanno concorrendo a generare l’insorgenza di diverse discariche a cielo aperto.
Dal sacchetto di spazzatura “classico” che non prevede la differenziazione dei rifiuti, ai rifiuti speciali, coperte, perfino una barca è adagiata sul capannello di immondizia che accresce, di giorno in giorno, insieme all’attesa di chi sogna di fuggire da quell’inferno.