Centinaia di scatti sono arrivati da ogni ospedale e presidio e ambulatorio della Campania. Il più silenzioso ed assordante grido di rabbia che si potesse immaginare come risposta all’indifferenza con la quale la politica, e il Governo, continuano a trattare la Campania.
Il “flash mob” voluto dal segretario regionale Bruno Zuccarelli è un richiamo diretto al presidente Gentiloni e al ministro Lorenzin. «Il nostro modo – dice il leader regionale del sindacato – per ricordarle che la Campania esiste e che le strategie politiche non possono e non devono mettere a rischio l’assistenza ai cittadini. Per questo abbiamo voluto creare un evento simbolico, che non compromettesse in alcun modo l’assistenza ai cittadini, ma che fosse estremamente concreto. Ho chiesto a tutti i medici e dirigenti sanitari dell’Anaao Assomed Campania di incrociare simbolicamente le braccia per sei minuti in segno di attesa». Perché sei minuti? Perché per sei mesi nel 2015, e già da un mese adesso, l’immobilismo della politica costringe la Campania a perdere terreno rispetto ai Livelli essenziali di assistenza. «Così – aggiunge Zuccarelli – le liste d’attesa si allungano, i servizi ai cittadini si riducono sempre più e aumenta la migrazione sanitaria, i cosiddetti viaggi della speranza. Anche se sarebbe più giusto chiamarli “viaggi della disperazione”».
«Cosa c’è di peggio di una decisione infausta?, accusa il leader regionale dell’Anaao «l’indifferenza. Agli occhi di Roma la nostra regione non è un problema, semplicemente non esiste. Ma ora questa storia deve finire. Al Presidente del Consiglio Gentiloni e al ministro Lorenzin noi diciamo “se ci siete, battete un colpo”, perché alle chiacchiere è bene che talvolta seguano i fatti. E’ facile riempirsi la bocca di luoghi comuni. Andiamo a vedere i fatti, i conti, i fondi elargiti e i criteri con i quali questi soldi ogni anno vengono assegnati. E poi sediamoci ad un tavolo e vediamo veramente chi vale e quanto. La Sanità campana, anzi, la salute dei cittadini campani, merita che da Roma ci si prenda la briga di decidere. Anche perché – ricorda Zuccarelli – la politica dev’essere al servizio dei cittadini, non il contrario. Una politica che non decide è una politica che non serve. Qualcuno direbbe che è una politica da rottamare».
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