Selinunte, 28 aprile 1984 – Vincenzo Vento è un ambulante castelvetranese di 36 anni, barbaramente ucciso da due sicari mafiosi.
La sua unica colpa fu quella di aver chiesto un passaggio all’ex sorvegliato speciale Epifanio Tummarello, che era stato condannato a morte dalla mafia. Vento era un uomo onesto che si trovava lì per caso, quando nei pressi della strada che conduce alla diga Trinità di Delia, venne trucidato dai killer.
Appena 20enne, Vincenzo si era sposato creando una famiglia allietata dalla nascita dei figli.
Vincenzo non ha fatto mai mancare niente alla sua famiglia, lavorando sempre onestamente. Dopo tanti sacrifici era riuscito a creare un attività in proprio, un autosalone di macchine usate e durante il periodo estivo gestiva un lido in località balneare Selinunte, ritrovo di tanti giovani.
Quando non lavorava dedicava il suo tempo libero alla sua famiglia. Amava tanto il calcio, ma non poteva esercitarlo per un problema alla gamba destra, insorto in seguito ad un incidente con la moto quando era ragazzo. Questa sua passione la trasmise ai miei fratelli che portava ogni domenica allo stadio comunale a vedere la partita.
La sua giovane vita fu spezzata un sabato mattina, dopo che aveva accompagnato i figli a scuola, cadeva vittima di un agguato mafioso di cui non era il destinatario, “colpevole” di essersi trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato.