Anche a Casal di Principe, un tempo roccaforte dei Casalesi e dei loro traffici illeciti di rifiuti, che spesso finivano sotterrati proprio nelle campagne della cittadina casertana, verrà realizzato un impianto di compostaggio.
Ad annunciarlo, lo scorso febbraio, il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca intervenuto alla cerimonia organizzata per festeggiare la fine delle opere di riqualificazione nella villa in stile “Scarface” edificata da Walter Schiavone, fratello del capoclan dei Casalesi Francesco Sandokan Schiavone, ora di proprietà comunale dopo la confisca da parte dello Stato.
“Con la nostra azione di bonifica del territorio – ha affermato De Luca – stiamo togliendo parecchi milioni ai clan; e proprio qui a Casal di Principe nascerà un impianto di compostaggio (serve per la lavorazione della frazione umida dei rifiuti, ndr) per il quale abbiamo già erogato al Comune la somma di 13 milioni di euro” conclude De Luca.
L’impianto di compostaggi sarà ubicato a quattro chilometri di distanza dal centro abitato, in aperta campagna al confine con Villa Literno e con i Regi Lagni, produrrà concime biologico destinato gratuitamente agli agricoltori ma questo non basta a rassicurare.
Il fronte del «no» teme che si possa trasformare in una nuova discarica, di veder svalutata tutta l’area circostante, di essere invasi da camion per il trasporto dei rifiuti e di non riuscire a sopportare il cattivo odore.
Le tesi di coloro che sono d’accordo si basano sulle ragioni esattamente l’esatto opposte, secondo le quali l’impianto di compostaggio non è una discarica e che ci sarà un traffico veicolare di quattro camion al giorno e non di più e che oltre al risparmio sulla tassa comunale ci sarebbe un ristoro regionale, di circa 80mila euro annui, che consentirebbe, così come è stato comunicato dall’amministrazione comunale, di completare le bonifiche del territorio. Il cattivo odore sarebbe assai complicato visti i processi di trattamento che verrebbero attivati così come testimonia l’impianto di Salerno che si trova a 50metri da un polo specialistico e da un supermercato, o anche l’impianto di Caivano alle spalle del centro commerciale Campania. Se non venisse realizzato a Casal di Principe, il sito dovrebbe essere spostato a Santa Maria La Fossa, nella zona di Ferrandelle o a Castel Volturno, di fatto confinanti. Il bacino di utenza è di 130mila persone e verrebbero trattate 30mila tonnellate di frazione organica. La Diocesi di Aversa, Legambiente ed i comitati civici Terra dei Fuochi, si sono già espressi a favore, ma gli agricoltori e allevatori non sono convinti, almeno non tutti. Il Comitato ‘No al sito di compostaggio a Casal di Principe’ promuove un Convegno – dibattito sui temi dell’ambiente, dell’agricoltura e della partecipazione democratica e informata dei cittadini in materia ambientale. Venerdì 28 aprile alle ore 18 nella Sala consiliare del Comune di Casal di Principe.