Rosario detto “o nano” è un personaggio già presente nella prima serie di “Gomorra” che emerge nel corso dell’evoluzione della seconda serie.
Amico fraterno di Ciro Di Marzio, alias “l’immortale”, l’artefice della rivolta contro il clan Savastano, in una ricostruzione pressoché similare della prima faida di Scampia.
“Gli Scissionisti”, ovvero, “i ragazzi di Secondigliano”: così definisce sé stesso e Ciro, “o nano” che sogna di fondare un clan tutto suo, proprio insieme all’amico di sempre.
Un legame forte, a tratti morboso, quello che intercorre tra “l’immortale e “o nano” che fa apparire sempre più quest’ultimo come un personaggio ambiguo: da un lato fedelissimo di Ciro e spietato quando si tratta di difendere i propri interessi (come quando di fatto decreta con le sue parole la morte di Deborah, la moglie di Ciro), dall’altro padre e marito affettuoso colto da rimorsi e consapevole della strada sbagliata che ha intrapreso.
L’omicidio di Rosario, avvenuto su una spiaggia del litorale laziale, sotto gli occhi della moglie della figlia, ripercorre e ricostruisce, seppur non in maniera minuziosa, l’agguato in cui venne ucciso il “boss di Scampia” Gaetano Marino, 48 anni, soprannominato «’o moncherino» per la mancanza di un arto, considerato il boss degli scissionisti di Scampia e gestore della vendita della droga nella zona di Case Celesti. La cui morte s’inserisce nella logica di una nuova faida tra clan dopo quella tra i Di Lauro e gli scissionisti. Tradito dalla telefonata di un guardaspalle, quindi da un uomo di cui si fidava.
“La camorra è piena di storie di gente che muore così – raccontano i ragazzi che vivono nelle “terre di Gomorra” – e che pensano di poter comandare, ma si accorgono di essere finiti in un gioco più grande di loro, quando la morte se li va a prendere. – quando vengono uccisi – La storia di Ciro e Rosario è quella di tanti, tantissimi ragazzi che crescono nei rioni in cui esiste solo la camorra, sognando di diventare i più forti e di arrivare a comandare loro, tutti e tutto, un giorno.
I soldi, il modo diverso di imparare a gestire la paura e il pericolo, la voglia di arrivare sempre più in alto, invece, li possono portare pure ad uccidersi l’uno con l’altro.
Per molti, forse, Rosario è un personaggio meno importante rispetto agli altri, invece, è l’unico che quando scappa con la sua famiglia sembra quasi che si è pentito della scelta che ha fatto, ma sa che è troppo tardi e che non può fare niente per cambiare il suo destino. Sa che morirà e che non può fare niente per evitarlo, per salvarsi, per vivere la vita diversa che avrebbe voluto iniziare, quando ha capito che lui era disposto a tutto per il suo amico Ciro, ma per il suo amico Ciro, al primo posto, c’era la camorra. Con o senza di lui.”