Il 22 aprile del 2016, nel Rione Sanità si consumò un efferato agguato di camorra che venne ribattezzato “la strage delle Fontanelle”, in quanto avvenuto nel circolo ricreativo in vico Fontanelle.
A perdere la vita furono due elementi di spicco del clan Vastarella, Giuseppe Vastarella e Salvatore Vigna. Il duplice delitto fu compiuto nell’ambio della faida tra gli ‘eredi’ del ras Piero Esposito ed il gruppo Vastarella per il predominio degli affari illeciti nel rione Sanità.
Due donne ricoprirono un ruolo cruciale nella pianificazione di quell’agguato.
Addolorata Spina e Vincenza Esposito, rispettivamente madre e compagna del boss Antonio Genidoni.
Addolorata, detta Dora, 46 anni, animata da un rancoroso desiderio di vendetta. Nell’arco di 10 mesi, i Vastarella le avevano ucciso il figlio Ciro e il marito Pietro Esposito. Ragion per cui, voleva la morte di Antonio Vastarella, il boss che in una conversazione con il figlio definì: “uno scemo che ha sempre acchiappato i paccheri. Lo vorrei uccidere stesso io.”
Madre e moglie che istigano ad uccidere, pretendono violenza e sangue. Disposte a cercare personalmente un killer a pagamento. Pronte a fare da esca per uccidere il nemico: questo è quanto rivelano le intercettazioni.
Mente dell’agguato, il boss Antonio Genidoni, erede di Pietro Esposito che organizza il raid mentre è agli arresti domiciliari a Milano. Poi ottiene un permesso di quarantotto ore dal magistrato di sorveglianza e il 22 aprile, il giorno della strage, è a Napoli.
Dalle intercettazioni emerge che le donne assumono in pieno il ruolo di forza trainante nella guerra che Genidoni vuole combattere a novecento chilometri di distanza. Quella guerra, quell’odio per i Vastarella, si esprime in tutta chiarezza proprio nell’appartamento lombardo del boss.
I discorsi intercettati permettono di ricostruire diversi punti dell’intera vicenda. A cominciare dalla strage nel circolo “Madonna dell’Arco” con la morte di Giuseppe Vastarella e del cognato Salvatore Vigna, oltre all’organizzazione di un nuovo agguato che non arriva, grazie agli arresti dei componenti dell’organizzazione criminale. In merito al raid alle Fontanelle, Enza, la moglie di Genidoni afferma: “Sfortunatamente non abbiamo preso il perno principale. Dovete colpire al cuore e fargli provare lo stesso dolore“.
Addolorata Spina si offre di trovare un killer a pagamento: “Se tu mi metti a me cinquemila euro sulla tavola io te lo faccio!”. Si lamenta per l’occasione non sfruttata di colpire Antonio Vastarella di rientro dalla gita della Pasquetta: “Mo’ dico io, questo si è spostato? Appostatelo fuori alla tangenziale… Dormite nelle corna, nel cesso, appostatelo, andateci sotto, bum bum bum dentro alla macchina va…”. È disposta a fare da esca: “Devono vedere me… Devono fare una reazione addosso a me e poi devono prendere la battuta addosso… Solo così puoi acchiappare a quelli là…”.
Alla base dell’annosa rivalità tra i Vastarella e gli Esposito ci sarebbe “una cacciata” dal rione avvenuta nei mesi precedenti all’agguato. Gli Esposito sono stati espulsi dal rione Sanità e dagli affari del quartiere. Agli affiliati sono state “confiscate” le case, tagliati gli allacci alla corrente elettrica, bloccate le serrature e bruciate le porte di ingresso. Un sabotaggio pianificato. E ad aver covato sentimenti di vendetta e rancore è soprattutto lei, Lady camorra, Addolorata Spina.
“La pagheranno – giura – la pagheranno quei maledetti“.