18 aprile 1991, Villa Literno – Triplice omicidio a Castel Volturno.
Le vittime sono Michele Richiello, suo figlio Salvatore di 12 anni e il genero Pellegrino De Micco.
Un agguato frutto di un clamoroso errore da parte dei massimi esponenti del clan dei casalesi e liternesi, perché Pasquale Apicella, Luigi Diana e Michele Zagaria dovevano uccidere, secondo alcune dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Mauro Castaldo perché ospitava presso la sua abitazione Claudio Di Costanzo ritenuto legato al gruppo Caterino – De Falco. Dopo il triplice omicidio però sia Luigi Diana, Vincenzo Zagaria che Pasquale Apicella furono arrestati perché trovati in possesso di numerose armi, ma le stesse attraverso una perizia balistica segnalavano la compatibilità che poi fu esclusa dalla consulenza tecnica . Per questi motivi fu aperto un procedimento penale al tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel 1992 ma fu archiviato in data 29 maggio 1997.
Mauro Castaldo quel giorno si era recato in un mobilificio ed aveva lasciato nell’auto i tre che furono uccisi a sangue freddo.
Un ragazzino di 12 anni, ucciso perché scomodo testimone di un agguato nel quale hanno perso la vita il padre e il fidanzato della sorella.
È giovedì sera, sono le 19,45, il triplice agguato si consuma in una stradina poderale nei pressi di un parco residenziale: Pellegrino De Micco, 23 anni pluripregiudicato che da qualche mese convive con la fidanzata quindicenne incinta, era uscito poco prima da casa assieme al suocero Michele Richiello, 34 anni, netturbino a Pozzuoli, ed al piccolo Salvatore. I killer li hanno sopresi mentre erano fermi a bordo dell’auto. Quaranta i colpi sparati dai sicari, con pistole calibro nove e con fucili a pompa. Primo a cadere sotto i colpi il netturbino, poi Pellegrino De Micco, falciato mentre tentava la fuga. Poi uno dei killer ha infilato la mano nell’abitacolo della «Y10» ed ha sparato contro il ragazzino quattro o cinque colpi.