In una piazza San Pietro gremita e blindata per l’allarme terrorismo, Papa Francesco ha celebrato l’attesa messa del giorno di Pasqua, seguita poi dal messaggio e dalla benedizione Urbi et Orbi.
Il Pontefice ha affrontato il tema delle disuguaglianze della nostra società, sottolineando che i poveri sono “la testimonianza della scandalosa realtà di un mondo ancora tanto segnato dal divario tra lo sterminato numero di indigenti, spesso privi dello stretto necessario, e la minuscola porzione di possidenti che detengono la massima parte della ricchezza e pretendono di determinare i destini dell’umanità. Purtroppo, a duemila anni dall’annuncio del vangelo e dopo otto secoli dalla testimonianza di Francesco, siamo di fronte a un fenomeno di inequità globale e di economia che uccide”.
Parlando poi dell’esempio di San Francesco, Bergoglio sottolinea: “Il mondo viene tutto dalle mani di Dio. Francesco stesso ci invita, nel Cantico di Frate Sole, a cantare e a custodire la bellezza di tutte le creature. La spogliazione ci fa fruire di esse in modo sobrio e solidale, con una gerarchia di valori che mette l’amore al primo posto. Ci si deve spogliare, in sostanza, più che di cose, di sé stessi, mettendo da parte l’egoismo che ci fa arroccare nei nostri interessi e nei nostri beni, impedendoci di scoprire la bellezza dell’altro e la gioia di aprirgli il cuore. Un cammino cristiano autentico non porta alla tristezza, ma alla gioia. In un mondo segnato da tanta tristezza individualista il Santuario della Spogliazione si propone di alimentare nella Chiesa e nella società la gioia evangelica, semplice e solidale”.
Successivamente, nel messaggio Urbi et Orbi, Francesco ha espresso l’auspicio che “il Signore doni pace a tutto il Medio Oriente, a partire dalla Terra Santa, come pure in Iraq e nello Yemen. Non manchi la vicinanza del Buon Pastore alle popolazioni del Sud Sudan, del Sudan, della Somalia e della Repubblica Democratica del Congo, che patiscono il perpetuarsi di conflitti, aggravati dalla gravissima carestia che sta colpendo alcune regioni dell’Africa”.
E ancora, nel giorno di Pasqua ha sottolineato come “in questi tempi, in modo particolare si sostengano gli sforzi di quanti si adoperano attivamente per portare sollievo e conforto alla popolazione civile in Siria, vittima di una guerra che non cessa di seminare orrore e morte. È di ieri l’ultimo ignobile attacco ai profughi in fuga che ha provocato numerosi morti e feriti”.