Giornata storica a Milano per il Papa. Dopo l’atterraggio a Linate, Francesco si è prima recato tra le case popolari di via Salomone, poi si è spostato in Duomo dopo è stato accolto da un vero e proprio bagno di folla. “Non abbiate paura dei confini e delle differenze”, ha detto. Dopo il pranzo con i detenuti a San Vittore, la messa al parco di Monza davanti a un milione di fedeli in festa. Infine, per Bergoglio anche una visita a San Siro con i cresimandi: ad accoglierlo 80mila persone.
Oltre 2.500 tra uomini e donne in divisa a Milano, tra forze dell’ordine e polizia locale, hanno garantito la sicurezza durante gli spostamenti del Pontefice. Una visita, quella del Santo Padre in Lombardia, per tributare la sua vicinanza agli ultimi, alle periferie, ai poveri e agli emarginati.
Sempre fedele al suo stile, Bergoglio si è reso protagonista di un’entrata “in punta di piedi” in Duomo, subito condita dalle ovazioni dei presenti. “Buongiorno, vi ringrazio per la vostra accoglienza così calorosa. Vi ringrazio per i doni che mi avete offerto:la stola, un dono sacerdotale e io entro a Milano come sacerdote”, ha detto alle migliaia di fedeli che affollavano la piazza. Accompagnato dall’arcivescovo Angelo Scola, il Pontefice ha incontrato prima i preti, le suore e i religiosi della Diocesi ambrosiana. A proprio al clero ha rivolto un invito a “non temere le sfide” che, anzi, vanno “prese per le corna, come i buoi”.
“Vi ringrazio dell’accoglienza, io mi sento a casa con voi. Gesù ha detto: ero carcerato e tu sei venuto a visitarmi. Voi per me siete Gesù, siete fratelli. Il Signore ama me quanto voi, lo stesso Gesù è in voi e in me, noi siamo fratelli peccatori”. Queste la parole rivolte da Papa Francesco ai detenuti del carcere di San Vittore, prima di pranzare con un centinaio di loro.
Papa Francesco è poi partito per raggiungere il parco di Monza, dove è stato accolto dal calore di un milione di fedeli festanti. “Oggi si specula sul lavoro e sulla famiglia, su poveri e migranti, sui giovani e sul loro futuro. Tutto sembra ridursi a cifre, lasciando che la vita di tante famiglie si tinga di insicurezza”, ha detto durante l’omelia della santa messa organizzata nel parco. “Anche se questo ritmo vertiginoso sembra rubarci la speranza, dobbiamo coltivare la gioia e la speranza cristiane, non vogliamo rimanere indifferenti di fronte al dolore”, ha aggiunto.
Dopo Monza, il ritorno a Milano, stavolta allo stadio di San Siro. Per una sera la Scala del calcio è stata scossa dalle ovazioni e dai canti di giubilo di 80mila fedeli che hanno osannato il Santo Padre. Bergoglio ha effettuato un giro di campo salutando i presenti dalla sua Papamobile, per poi accomodarsi e ascoltare le domande di cresimandi e cresimati. Riagganciandosi all’intervento di un giovanissimo, Francesco ha dedicato gran parte del suo discorso alla metafora del gioco. “Quando ero ragazzo mi ha aiutato tanto giocare con gli amici, perché sentire la gioia del gioco senza insultarsi ci unisce Gesù”, ha dichiarato Bergoglio. “Parlare con i nonni, giocare con gli amici e andare in parrocchia e in oratorio: con queste tre cose pregherete di più e sarete più vicini a Gesù”, ha aggiunto. E ai genitori ha rivolto un appello: “Vi invito a ritornare figli e a giocare con i vostri bambini”.