“Devo confidarti che oggi, tornati alla monotona quotidianità dei banchi, tutti mi chiedevano di te. In tanti nel pomeriggio si sono informati sulla tua vicenda. Dunque complimenti ancora, per quanto non ti piacciano i complimenti, per aver saputo colpire dritto al mio cuore e a quello dei miei compagni. E’ il tuo quotidiano coraggio che ci stupisce, affascina e non ci lascia indifferenti. Speriamo di poter avere modo di riascoltarti ed accoglienti dalle nostre parti al più presto. Nel frattempo ti seguiremo da lontano; e posso assicurarti che non saremo solo sterili spettatori. Grazie ancora di cuore. Un abbraccio forte dal Salento.”
Questo il saluto rivoltomi da Luca, in rappresentanza degli studenti che hanno partecipato all’incontro-dibattito svoltosi all’auditorium comunale “Gino Pisanò” di Casarano, lo scorso 21 marzo, nell’ambito della giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Un incontro sorto in un momento storico piuttosto concitato della storia politica di quel luogo: appena una settimana prima, un consigliere comunale si è dimesso, in seguito alla divulgazione, attraverso un articolo di giornale, di intercettazioni che comprovano la sua vicinanza ai personaggi di spicco della Sacra Corona Unita. Una notizia che vale minacce di morte da parte del consigliere all’autrice di quell’articolo: Marilù Mastrogiovanni, direttrice de “Il Tacco d’Italia”, salentina doc, originaria di Casarano, cittadina nella quale vive e dove svolge il suo lavoro.
Si tratta dell’ennesimo attentato alla libertà di stampa e all’incolumità di una persona, indirizzato direttamente alla giornalista da parte dell’amministrazione comunale: buona parte dei cittadini, gli studenti, le scolaresche, gli insegnanti, la cittadinanza attiva e diverse realtà associative, hanno risposto palesando vicinanza e solidarietà alla Mastrogiovanni, schierandosi fisicamente accanto a lei, in particolare nella giornata del 21 marzo, per non lasciare spazio ad equivoci in merito alla legalità in cui credono e dalla quale intendono lasciarsi ispirare.
A Casarano è Marilù Mastrogiovanni la grande protagonista di una giornata che rende legittimo il desiderio di puntare il dito contro le mafie e, prima ancora del dibattito, ben lo sottolinea Don Antonio Coluccia, nel corso del suo breve, ma intenso discorso in piazza: “le donne non si toccano!” ha urlato con voce ferma il prete finito sotto scorta per aver “sfidato” la mafia capitolina, adattando un bene confiscato a comunità di recupero ed accoglienza per clochard, tossicodipendenti, ex criminali. Condanna duramente ogni forma di violenza fisica e verbale, Don Antonio Coluccia, applaudito anche dal sindaco di Casarano che, pochi minuti prima, nell’ambito di un’intervista, ha definito l’operato della Mastrogiovanni “un fenomeno da stoppare in qualsiasi modo”.
È Marilu Mastrogiovanni la grande protagonista dell’incontro-dibattito, voluto dagli studenti e per gli studenti.
Accanto a lei, a consegnare ai giovani occhi, curiosi ed attenti, presenti in aula, esempi di legalità semplici e concreti, oltre al vulcanico Don Antonio Coluccia, fautore di uno dei grandi leitmotiv del corteo casaranese: “voi gente che sparate, noi gente che speriamo”, Brizio Montinaro, fratello di Antonio, uno degli uomini della scorta di Giovanni Falcone, morto nella strage di Capaci e poi c’ero io, Luciana Esposito, giornalista napoletana più volte minacciata dalla camorra.
Storie e testimonianze, voci ed emozioni, accomunate da uno spesso filo conduttore: la legalità come ideale al quale ispirarsi per cambiare le sorti di un luogo.
Che sia Roma o Ponticelli, un quartiere periferico di Napoli, oppure Casarano, una sommessa cittadina del basso Salento o la perentoria Sicilia, le necessità rivendicate dal territorio, appaiono terribilmente simili.
Un incontro-dibattito che quegli studenti hanno voluto per arricchirsi delle nostre testimonianze, ma che, di contro, ci ha caricato della loro forza e del loro entusiasmo che risuonano come una severa esortazione a non mollare, per non deludere le loro aspettative, per far sì che il loro futuro possa essere diverso, più ricco di speranze che di spari.
Un incontro-dibattito che gli studenti hanno voluto per conferire il primo e concreto gesto di vicinanza e solidarietà alla giornalista Marilù Mastrogiovanni. Prima di abbandonare l’auditorium, i ragazzi hanno esibito degli adesivi che attaccheranno in tutti i luoghi-simbolo di Casarano: “Io sto con Marilù”.
“Che siano le nuove generazioni a prendere coscienza, credo che sia il fatto più importante che possa accadere in una comunità. Per cui io vedo positivo il futuro, nel senso che la mafia o i tentativi di infiltrazione e di collusione nella società civile non avranno gradi spazi”: ha affermato il sindaco di Casarano e, in effetti, i giovani di Casarano hanno scelto da che parte stare.