Per capire come e perché il salumiere della Duchesca, Ciro Scarciello, due mesi fa, sia giunto ad esternare tutto il suo malcontento ai microfoni di “Chi l’ha visto?” è necessario passeggiare lungo i marciapiedi dello storico mercato della Maddalena.
Saracinesche abbassate, in segno di resa ed esasperazione, da parte di coloro che hanno provato a guadagnarsi da vivere nel rispetto delle regole, ma che, evidentemente, si sono trovati costretti a cedere il passo a quello che regna a ridosso dei marciapiedi: il business del mercato del falso.
Prodotti contraffatti, venditori ambulanti e abusivi, che senza alcuna licenza né permesso, occupano il suolo pubblico di un mercato che un tempo fu uno dei luoghi-simbolo della genuinità dell’indole napoletana, celebrata perfino dal sommo Luciano De Crescenzo che in una scena del celeberrimo film “Così parlò Bellavista”, proprio passeggiando tra le bancarelle del mercato della Maddalena, spiegava che “lo sconto è un atto d’amore del venditore per il compratore” e che “in un paese veramente civile, lo sconto dovrebbe essere obbligatorio e diverso da persona a persona”.
Oggi, passeggiando lungo quella stessa striscia d’asfalto, di “scene di civiltà” se ne riscontrano ben poche.
Il numero delle bancarelle “rimediate ed arrancate” lungo la strada, supera di gran lunga quello degli esercizi commerciali ancora in vita: questo il primo e sconcertante dato che balza all’occhio.
Dopo aver superato il trauma della “resa della legalità” a favore dell’abusivismo, il secondo aspetto fortemente rilevabile è il degrado, figlio legittimo dell’isolamento e dell’abbandono, tipico delle “terre di nessuno”, quelle in cui lo Stato, le istituzioni, fanno quello che possono, quando sarebbe necessario un intervento straordinario per imporre una nuova realtà, semplicemente più civile e condizionata dal rispetto delle regole.
Proprio accanto alla salumeria di Ciro Scarciello c’è un bingo. Ogni mattina, pertanto, accanto ai cassonetti della spazzatura, vengono depositati dei grossi sacchi contenenti le schedine che riportano le giocate – fortunate e non – dei clienti. Sistematicamente, per effetto di animali randagi di vario genere – uomo compreso – quelle schedine vengono disseminate lungo la strada. Insieme al “materiale di scarto” lasciato lì dai protagonisti del commercio illecito tra quelle stesse strade.
L’ombra che vedete nella foto, che ritrae un dito che indica quei sacchi pregni di cartacce, è di Ciro Scarciello.
Racconta, denuncia, s’incazza, Ciro, da mesi, perché è stanco di assistere in maniera impassibile al declino di un luogo che, in virtù della vicinanza alla stazione Centrale, rappresenta la prima cartolina di Napoli che viene esibita ai turisti.
Ciro non è “un’ombra”, ma un faro perennemente acceso su quel degrado che contraddistingue quel consistente fazzoletto di terra dove la legalità ha cessato d’esistere.
Lo ha capito il sindaco de Magistris che, a distanza di due mesi dall’incipit della battaglia mediatica avviata da Scarciello, oggi, 11 marzo, si è recato nella sua salumeria per portargli quel saluto istituzionale e quella concreta vicinanza istituzionale che, colpevolmente, tardavano ad arrivare.
Cosa chiede Scarciello?
Che al mercato della Maddalena vengano restituiti decoro, dignità, civiltà e soprattutto legalità.
Ciro sogna un contesto pulito e ben curato, animato da localini aperti anche di sera, dove i venditori ambulanti siano regolarizzati, così da permettere ai turisti di capire e carpire la bellezza di Napoli, fin dai primi passi e non solo mentre ammirano il lungomare o i più quotati vicoli del centro storico.
Stringere la mano a Ciro Scarciello significa amare davvero Napoli e assumersi un impegno ben preciso: realizzare il suo sogno, il sogno di tutti i napoletani onesti.