In occasione della mostra fotografica di Jeanne Fredac, “Cuba. Rovine contemporanee” – esposta nelle sale dell’Instituto Cervantes di Napoli fino al prossimo 24 marzo – l’ispanista Paola Laura Gorla e la professoressa di estetica Elena Tavani, discuteranno delle opere dell’artista francese e della realtà socio-culturale cubana. All’incontro, in programma lunedì 13 marzo alle ore 17 all’auditorium dell’Instituto Cervantes, parteciperà anche Jeanne Fredac.
La fotografia è il luogo di un incontro. In quello spazio, delimitato da una cornice o circoscritto dall’inquadratura, si ritrovano lo sguardo del fotografo assieme all’oggetto fotografato. Noi, il pubblico, siamo invitati ad entrare in quello spazio, dentro a quella piazza, e ad osservare il breve dialogo che si instaura tra i due. Lo sguardo del fotografo, sempre curioso, sa scegliere quell’oggetto tra i tanti per raccontarci una storia, per descriverci un mondo. Ma l’occhio del fotografo, quando sceglie su cosa posarsi, porta sempre in sé paure, desideri, sogni, visioni, pensieri che entrano a far parte integrante della fotografia. È un incontro… un dialogo.
Jeanne Fredac, nata in Germania ma cittadina deterritorializzata e vagabonda, come ama definirsi, ci offre in questa mostra il suo incontro con Cuba. L’occhio della fotografa si posa sugli oggetti più disparati di una Cuba urbana, sugli spazi abitati da un popolo che ha vissuto gloria e decadenze. La galleria che Jeanne Fredac ci propone, traccia un atlante della memoria urbana. La figura umana è assente, ma lo sguardo della Fredac ne ripercorre le tracce attraverso la recente storia di Cuba, e si posa, curioso, su oggetti e manufatti che, nel loro insieme, compongono l’archeologia di un popolo. Oggetti desueti (una ventola, un piatto, una vecchia Pontiac, una scritta o un’insegna, l’inferriata di un balcone, un carretto o un sacco di iuta pieno di riso) prendono vita, in queste fotografie, per raccontarci la storia di un popolo, provato ma vivo.
Paola Laura Gorla, docente dell’Università degli Studi di Napoli ‘l’Orientale’, collabora da anni con l’Università dell’Avana grazie a un accordo di collaborazione e scambio tra i due Atenei. Nel 2015 ha ricevuto il titolo di visiting professor permanente dall’Ateneo cubano. Si è occupata di studi su Cervantes, firmando la traduzione delle Novelle Esemplari cervantine per Einaudi (2002) e pubblicando un volume critico dal titolo Rutas cervantinas (Sevilla, Renacimiento, 2007) con edizione italiana per Quodlibet (Sei diversioni nel Chisciotte, 2014). Negli ultimi anni si dedica a studi sul ruolo della retorica nella costruzione delle identità nazionali in epoca contemporanea. In particolare, ha pubblicato il libro Patria o Muerte ¡venceremos! La retórica de Fidel Castro, nel 2012 con la casa editrice Planeta di Bogotà, volume che ha avuto una seconda edizione cubana nel 2014 con la editorial UH.
Elena Tavani è docente di Estetica all’Università di Napoli “L’Orientale”. Negli ultimi anni ha condotto le sue ricerche intorno a questioni concernenti il rapporto tra estetica e politica e lo statuto dell’immagine con riferimento alla dimensione percettiva ed estetico-mediale dell’esperienza, ai linguaggi delle arti, alle installazioni multimediali. Tra i suoi lavori recenti: Hannah Arendt e lo spettacolo del mondo. Estetica e politica, manifestolibri, Roma 2010; Parole ed estetica dei nuovi media (a cura), Carocci, Roma 2011; L’immagine e la mimesis. Arte, tecnica, estetica in Theodor W. Adorno, ETS, Pisa 2012; Installazioni: il tempo, i luoghi, le immagini (a cura), Estetica. Studi e ricerche, numero monografico, 2/2015; Selfie&Co. Ritratti collettivi tra arte e web (a cura), Guerini e Associati, Milano 2016.